BAe Hawk T.1





 Dati Kit
ModelloBritish Aerospace Hawk T.1   
Produttore, scala
  
Italeri, scala 1/72
  
 Cenni storici
Soggetto95-Y MM.XX246 - 95° Anniversario del 100° Squadron RAF
Forza, livrea100° Squadron Royal Air Force
Luogo e periodoLeeming, North Yorkshire 2012
Cenni storici
L'Hawk fu progettato e sviluppato dalla Hawker Siddeley Hawk, fino a quando l'azienda venne incorporata nella British Aerospace e poi nella BAe Systems. L' BAe Hawk è un monomotore a reazione da addestramento intermedio-avanzato realizzato dagli anni settanta e ancora in produzione nelle sue versioni aggiornate.
È il velivolo da addestramento dei piloti della RAF, utilizzato anche come Aggressor, e dal 1980 è impiegato anche dalla pattuglia acrobatica della Royal Air Force, i Red Arrows.
Il soggetto che mi appresto a realizzare è il British Aerospace Hawk T.1 "95-Y" M.M.XX246 nella livrea special color creata nel 2012 per celebrare il 95° anniversario del 100° Squadron della RAF, di base a Leeming, nel North Yorkshire.
Costituito il 23 febbraio 1917, il 100th Squadron è uno dei più antichi della Royal Air Force. Il simbolo del teschio con le ossa incrociate (Skull & Crossbones) risale alla fine della WWI, quando lo Squadron tornò in patria con un trofeo di guerra rappresentato da una bandiera rossa con il tipico simbolo pirata; seguì poi l'approvazione ufficiale di Re Giorgio VI nel 1937, che lo fece diventare l'emblema ufficiale dello Squadron RAF. L'Hawk special color per il 95° anniversario del 2012 vuole ricordare la livrea del Lancaster da bombardamento notturno, utilizzato dal 100th Sqn nella Seconda Guerra Mondiale.

 Realizzazione
ProduzioneRealizzato da kit con aggiunta di decal autoprodotte
ColorazioneColori acrilici ad aerografo e pennello, invecchiamento a olio
TempisticheDicembre 2022 - Marzo 2023
Ambientazione
  
Su basetta autocostruita  

 Note
Partecipa alla campagna M+ "United Kingdom" 2023 

 Foto del soggetto originale




 W.I.P. - La costruzione del modello

Il kit che utilizzerò per realizzare questo special color è l'Italeri 186 in scala 1:72. Le stampate sono state prodotte dalla casa di Calderara di Reno nel 1995 e quella in mio possesso è la scatola originale della prima uscita. Nella foto a destra si vedono in alto le decal che mi sono disegnato in autonomia per il soggetto inglese che realizzerò.


Le stampate sono di un inusuale colore bianco e relativamente pulite. I dettagli sono in negativo e a prima vista mi sembrano buoni sulle superfici alari, mentre quelli in fusoliera mi ricordano un po' il G-91 Matchbox, tanto per capirci. Comunque si sa che io non sono uno che si preoccupa per queste cose.


Chiaramente si parte dagli interni e all'inizio avevo pensato di riprodurre i due pannelli dei piloti riproducendo la strumentazione con CorelDraw (foto sotto a sinistra). 


Poi però la stampa non mi convinceva a causa delle dimensioni veramente minime dei pannelli e quindi, visto che Italeri ha fatto un buon lavoro nel riprodurre la strumentazione in rilievo, ho deciso di dipingere quella e in effetti alla fine mi piace di più. Il tutto è stato realizzato "da scatola", tranne le cinture sulla seduta, i cavi di comando dell'eiezione (tra le gambe dei piloti) e le decal laterali sui poggiatesta (foto sopra a destra).



Gli interni si inseriscono senza problemi nella fusoliera, ma prima di chiuderla bisogna ricordarsi di appesantire il muso, per non trovarsi un "Hawk seduto".


Una volta chiusa la fusoliera si tratta di aggiungere le ali e gli stabilizzatori, le prese d'aria laterali, il cofano superiore, i pod e altri accessori che dettagliano le ali.



Il kit si monta relativamente bene, lasciando solo qualche piccolo gap tra le ali e la fusoliera, sia sopra che sotto. Quindi è sufficiente ricorrere a un po' di stucco liquido.



Come si notava dalle foto precedenti, ho asportato i flap dalle ali, perché li dovrò scomporre e riposizionare reclinati, come si trovano normalmente in parcheggio. Solo che i flap asportati non hanno né la forma né lo spessore adatti per raffigurarli estesi. Quindi, studiando le foto ravvicinate del sistema dei flap dell'Hawk, ho dovuto ricreare i due elementi estensibili con altri pezzi di recupero. Per la parte anteriore ho utilizzato dei ritagli di acetato rigido, presi da un vecchio blister, perché mi davano lo spessore minimo e la rigidità necessaria.


Per riprodurre la parte più estesa dei flap, ho ritagliato delle parti di ala di un vecchio modello da bidone (non butto mai nulla) e le ho sagomate come necessario. Nella parte inferiore ho riprodotto le parti mobili di azionamento dei flap, che chiaramente non esistevano nel kit.


OK, in questi momenti capisco perché molti modellisti acquistano le mascherature per i canopy. Ma io, stacanovista dal braccino corto, insisto imperterrito con le mascherature manuali.


Peraltro, durante la mascheratura mi sono reso conto che ho dimenticato di fotografare il passaggio in cui ho tagliato via i due moncherini di plastica che nelle intenzioni del produttore avrebbero dovuto rappresentare gli HUD (Head Hup Display), che io ho invece riprodotto con due rettangolini di acetato trasparente. Magari li fotograferò una volta tolta la mascheratura, perché si vedono dall'ampia vetratura del canopy.

Il passaggio successivo è dato dal primer, che, oltre a uniformare il tutto, mi consente anche di trovare eventuali difetti sulla superficie.




Non vedevo l'ora di dare la prima mano di nero all'Hawk. In questo caso ho utilizzato un Lifecolor, allungato ampiamente con il suo diluente specifico e, come sempre, qualche goccia di Future. Ho fatto modelli ben più grandi con lo stesso sistema (ad esempio l'An-26), ma in questo caso ho avuto una pessima sorpresa. Già durante la sessione con l'aerografo mi sono accorto che il colore aveva un comportamento strano e ho anche avuto problemi di intasamento. Dopo 24 ore ho passato la stoffa abrasiva da 6000, per lucidare la superficie, che era un po' ruvida, e il colore veniva via come fosse acquerello. Non mi resta che pensare che il colore sia in qualche modo scaduto.
Quindi non mi è rimasto che continuare l'opera di lavaggio e ritornare alla meno peggio al primer, per riprovare con un barattolino di colore nuovo.


Con il secondo barattolino le cose sono andate decisamente meglio e la finitura è più liscia e omogenea. Dopo la prima esperienza sono comunque un po' preoccupato e quindi darò un'altra mano di future per fissare meglio il tutto, prima di mascherare per la mimetica superiore.




Finalmente sono arrivato al momento di dare una nota di colore all'Hawk. Si tratta infatti dell'esemplare special color che voleva ricordare l'Avro Lancaster, bombardiere notturno con cui il 100th Squadron volò dal 1942 al 1945.
Quindi si tratta di iniziare a mascherare la livrea nera e di partire dal colore più chiaro, che in questo caso è il grigio chiaro di parte dei frame del canopy.

Dopo aver mascherato la parte di grigio da preservare, ho dato la mano di Flat Dark Earth Italeri 4303AP (FS 30118).


Dopo la seconda mascheratura e relativa mano di Dark Green Italeri 4780AP (FS 34052), finalmente ho potuto scoprire il risultato e, a parte minimi ritocchini, sembra tutto a posto.


L'applicazione delle decal personalizzate si è rivelata un incubo. In pratica, in questa produzione di Fides, che risale a circa 3 anni fa, le decal non aderiscono alla superficie su cui si posizionano, che peraltro è tirata a lucido. Quindi le parti trasparenti  della grafica fanno subito effetto "silvering". 

Per risolvere questo sulle decal già posizionate in deriva, ho dovuto ritagliare con un bisturi le parti trasparenti e asportarle con una pinzetta a punta finissima. Per evitare il problema su tutte le decal successive,  ho provato a stendere sulla parte del modello interessata dalle decal una spennellata di Tamiya Mark Fit, che dovrebbe fungere da adesivo. Peccato che questo mi abbia intaccato la Future, creando un alone bianco lattiginoso sulla superficie nera. Quindi sono stato costretto ad adottare una tecnica meno impattante, ritagliando a filo le decal ed eliminando il più possibile le parti trasparenti, toglierle dal supporto con una pinzetta e stendere sulla superficie inferiore del supporto una pennellata di Mark Fit.
A questo si aggiunga che le decal con due colori sovrapposti, come le coccarde, sono talmente spesse che mi sembra di applicare un tappetino di gomma. Insomma, una delusione totale.
Ho proseguito comunque ad applicare tutte le decal auto prodotte, in modo soddisfacente. Confermo la funzionalità adesiva del Tamiya Mark Fit, perché non ho avuto altri problemi di aderenza e distacco, spennellando la superficie inferiore di ogni decal. Una cosa abbastanza fastidiosa è il bordo bianco delle coccarde, che tenterò di mitigare con un leggero dry-brush nero. Evidentemente c'è stato anche un problemino di allineamento nella stampa dei colori.

Queste le foto del risultato, dopo aver aggiunto anche i carrelli.





Ora si apre la fase dei dettagli, come il faro anteriore sul musetto, che preferisco riprodurre con una goccia di Synthaglass, anziché usare il trasparente fornito, che è sovradimensionato. Il problema è che sono arrivato alla quarta applicazione e la calotta trasparente non ha ancora preso forma, perché ha un ritiro impressionante.

La luce beacon sulla parte superiore della fusoliera è assente nel kit e quindi ho deciso di riprodurla con un moncone di sprue trasparente, che ho arrotondato, tagliato e forato da sotto, per riprodurre la lampadina rossa nella cupolina trasparente. Ma stiamo parlando di un diametro di poco meno di 2 millimetri.
La finitura lucida della livrea è venuta molto bene e questo mi mette un po' in difficoltà. Infatti, la tentazione di lasciarlo così è molto forte, ma nello stesso tempo mi dispiace non evidenziare le pannellature del kit, che darebbero quel tocco di realismo in più. Quindi mi prendo il rischio e provo a fare un lavaggio selettivo con un grigio, sperando di non fare danni, ma lo scoprirò fra 24 ore, quando toglierò l'olio in eccesso.


Dopo l'operazione del lavaggio selettivo, andata a buon fine, e la successiva passata finale di Future per fissare il tutto, posso considerare il piccolo aereo finito.




Dato che preferisco sempre appoggiare i modelli su qualcosa che li contestualizzi e li renda meno giocattoli e più riproduzioni fedeli di soggetti reali, ho realizzato una basetta minimalista, stampando una porzione di pista di raccordo con lo stemma del 100th Squadron e la didascalia di presentazione.




In conclusione, mi sembra giusto spendere due parole positive per questo kit di Italeri. Con un costo molto contenuto, offre ottimi dettagli, facilità di montaggio e la possibilità di ottenere un risultato molto soddisfacente, con un ottimo rapporto qualità/prezzo.


© Michele Raus | Club Modellismo Più Trentino

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