Chance Vought F4U-1A "Corsair"

 Dati Kit
ModelloChance Vought F4U-1A "Corsair"   
Produttore, scala
  
Revell, scala 1/72
  
 Cenni storici
Soggetto#86 (17883) - Major Gregory "Pappy" Boyington
Forza, livreaVMF-214 "Black Sheep", U.S. Marine Corps
Luogo e periodoSolomon Islands, Novembre 1943
Cenni storici
Il Chance Vought F4U Corsair fu un cacciabombardiere statunitense impiegato soprattutto nella seconda guerra mondiale e durante la guerra di Corea. Era il miglior caccia imbarcato su portaerei della seconda guerra mondiale, ma si dimostrò straordinariamente efficace anche con base a terra e nell'attacco al suolo. In qualità di caccia, registrò una quantità di vittorie aeree straordinaria, tanto che, solo nel Pacifico, gli F4U abbatterono di 2.140 aerei giapponesi, contro la perdita di soli 189 Corsair. Tra il 1942 e il 1952 furono prodotti 12.571 Corsair e restò in servizio fino al 1965. Tra le caratteristiche degne di nota dell'F4U-A c'erano il motore da 2.000CV, la grande elica tripala e il carrello totalmente retrattile, che gli valsero la caratteristica forma dell'ala a W (per non far toccare l'elica a terra e per non dover ricorrere a un carrello troppo lungo) e i rivetti erano stati sostituiti da punti di saldatura.

Gregory "Pappy" Boyington (04/12/1912-11/01/1988) fu un pilota Asso dell'US Marine Corps che collezionò 26 abbattimenti di aerei nemici, diventando il pilota americano con il maggior numero di vittorie della storia, interrotte solamente dal suo abbattimento nel 1944, a cui seguì la cattura e la prigionia. Si congedò a fine guerra con il grado di Colonnello e fu insignito della Medal of Honor e della Navy Cross per le imprese eroiche nel Pacifico. Fu un ottimo Squadron Commander ed era apprezzato anche per il fatto che non pretese mai un aereo personale, ma il vizio dell'alcool e del fumo gli resero difficile la vita, tanto che lui stesso ammise che il periodo migliore per la sua salute fu nei due anni trascorsi come prigioniero di guerra. 

Come premesso, Boyington rifiutava un aereo personale e voleva che i piloti dello VMF-214 salissero sul primo Corsair disponibile in condizioni di volo. L'aereo che mi appresto a realizzare è il "White 86" tradizionalmente associato a Pappy in quanto fu utilizzato per delle foto propagandistiche per celebrare l'Asso e le vittorie americane nel Pacifico. In una foto famosa è ritratto Pappy subito dopo aver finito di applicare una serie di bandierine degli abbattimenti in modo non propriamente preciso e allineato. Probabilmente in quel momento aveva un tasso alcoolico ottimale per un duello aereo, ma non ideale per un lavoro di precisione come l'allineamento delle bandierine. Successivamente fu scattata un'altra foto dove si notano le bandierine riposizionate più correttamente per la stampa.

 Realizzazione
ProduzioneRealizzato da kit con aggiunta di decal autoprodotte
ColorazioneColori acrilici ad aerografo e pennello, invecchiamento a olio
TempisticheMarzo - Ottobre 2023 
Ambientazione
  
Su basetta con grelle di Eduard  

 Note
Partecipa alla campagna M+ "Pacifico" 2023 

 Foto del soggetto originale

 W.I.P. - La costruzione del modello

Il kit che utilizzerò per questo modello è il Revell 03983, presentato per la prima volta dalla casa tedesca nel 2014. Come già detto da chi ci ha già messo mano, è uno dei kit migliori per realizzare questo velivolo in scala 1:72. Il primo esame delle stampate mi ha fatto una buona impressione, ma ciò che mi ha colpito di più sono le istruzioni di montaggio, con diverse pagine molto dettagliate a cui non ero abituato con questa scala. Le informazioni sulla genesi del kit sono disponibili su Scalemates, dove si trovano anche le istruzioni da scaricare.


Invece che completare prima gli interni (che comunque ho iniziato a studiare) ho deciso di partire subito con una modifica sostanziale. Ho notato che quasi sempre il Corsair in parcheggio ha i flap tutti abbassati, ma il kit Revell 1:72 non offre questa opzione.
Quindi, come prima operazione ho asportato chirurgicamente le tre porzioni di flap di entrambe le ali, che riposizionerò al più presto abbassati.



Incollare le sezioni dei flap nelle proprie posizioni corrette non è particolarmente difficile, ma è preferibile preparare le condizioni, sagomando opportunamente le sedi dove devono essere posizionati. In questo posso essere più tranquillo sulla tenuta dell'incollaggio, anche perché le ali dovranno subire una lunga serie di trattamenti.

Come si nota dalla foto, resta uno scalino che non esiste nel soggetto originale, che vede i flap raccordarsi con l'ala con una forma tondeggiante.






Il metodo più pratico che ho pensato per riprodurre la forma corretta è ricorrere allo stucco.
Una volta asciutto, mi sono creato un utensile con una lastrina di ottone, che ho sagomato in modo da ottenere una specie di dima che mi ha consentito di grattare lo stucco per dargli la forma corretta alla base dei flap (vedi foto a destra). Successivamente dovrò sagomare con cautela alcuni recessi che sono presenti nella zona di giunzione tra flap e ali. 
Infine, ho aggiunto anche delle "membrane" che raccordano i flap interni con quelli mediani, che credo andranno colorate in verde anti corrosione.


Per completare le operazioni di modifica delle ali, ho attaccato le parti finali, che hanno un doppio errore relativo alle luci di segnalazione, perché sono  riprodotte su entrambi i lati (mentre in realtà erano solo sotto l'ala destra) e in posizione troppo esterna. Nella foto sotto a destra le ho riprodotte in posizione corretta, dopo aver stuccato le luci del kit. Un altro errore a cui bisogna rimediare è che la versione 1A non aveva gli attacchi laterali per i serbatoi supplementari, che quindi vanno stuccati. Le stuccature hanno riguardato anche alcuni difetti delle stampate, che presentavano qualche recesso, difficile da identificare a causa del bianco abbagliante della plastica. Quindi prevedo che dopo il primer compariranno altri difetti.


Considerata la scala, gli interni sono ben curati e dettagliati. Qui sotto l'assemblaggio, dove ho aggiunto solo il traliccio che sostiene il seggiolino. A destra la colorazione di base con zinch-chromate ottenuto con la tipica miscela di Tamiya XF-4 e nero quanto basta.


Una volta applicate le decal ed evidenziati i vetri della strumentazione con gocce di future, ho applicato un lavaggio a olio e un dry-brush con metallo.


Ho deciso che le cinture fornite in forma di decal mi soddisfano più di quelle che solitamente mi autoproduco con striscioline di stagnola e filo metallico. Le ho posizionate in modo che non aderiscano al seggiolino e sembrino così più realistiche, considerato anche che l'abitacolo sarà chiuso. Gli interni si inseriscono molto bene nell'abitacolo, con la sola accortezza di posizionare la copertura superiore (che le istruzioni prevedono di aggiungere successivamente) per trovare la posizione corretta del pannello strumenti.


Si prosegue con l'assemblaggio delle ali, che si adattano ottimamente al resto, tanto da non necessitare di stucco (credo che sia la prima volta che mi capita nella mia storia modellistica).


Il motore ha una buona definizione e si monta in un attimo. Visto che siamo in scala 1:72 e che una volta montati il cofano e la grossa elica non si vedrà quasi nulla, mi sono limitato ad aggiungere solo i tubi maggiormente in vista.


Con questo aereo voglio provare una tecnica di usura che non ho mai provato precedentemente, perché ho fatto ancora modelli invecchiati, ma mai usurati come potrebbe essere un Corsair in teatro operativo. Quello che viene chiamato "chipping" non mi convince, perché mi sembra si tratti di aggiungere colore alla livrea realizzata. Io invece vorrei simulare ciò che avviene nella realtà e quindi un'usura che porta via la finitura blu e in certi punti anche l'anticorrosione. Per fare questo dovrò dare prima il fondo metallico, mascherare, poi l'anticorrosione, mascherare, e infine il colore. Alla fine del processo di verniciatura applicherò la nota tecnica del sale e olii.

Quindi, dopo una fase di stuccatura e rettifica interminabile (anche perché molto spezzettata), sono arrivato a dare la base metallica e il velivolo si presenta così.



Ora si tratta di iniziare con il processo di mascheratura per cercare di riprodurre l'usura della verniciatura e della base anti corrosione sottostante. Dopo aver applicato sulla base metallica un po' di Mr. Masking Sol Neo con un pezzettino di spugnetta nelle parti più usurate, ho applicato la mano di zinc chromate ZnCrO4, ovvero Tamiya XF-4 addizionato con nero.



Prima di stendere la prima mano del colore di fondo, ho tolto le mascherature, per poi riapplicarle nei punti dove voglio che rimanga visibile l'anticorrosivo verde.


Successivamente, ho dato il bianco sulle superfici inferiori, passaggio che ho dimenticato di fotografare. Ho però fotografato la mascheratura successiva, in preparazione della stesura del primo blu.


Una volta riapplicate le mascherature con la spugnetta, ecco il Corsair dopo aver ricevuto il Non Specular Intermediate Blue (Gunze H56).




Senza tante pause, subito il preshading prima di stendere il successivo Non Specular Sea Blue.



Ho steso il Non Specular Sea Blue ANA 607, ovvero FS35042 (Gunze H54), in modo non eccessivamente coperto, in quanto seguiranno diverse sessioni di invecchiamento e usura. Ora il Corsair si presenta così.



Ho letto da qualche parte che per conservare a lungo i modelli si mettono sotto sale. Scherzi a parte proviamo ad applicare la tecnica del sale per invecchiare la superficie del Corsair, messa a dura prova dalle condizioni di utilizzo nel Pacifico.



Avevo un po' di apprensione quando ho pulito il sale e soprattutto al momento della rimozione del Mr.Masking, perché sono un neofita della prima tecnica e la seconda me la sono praticamente inventata.
Devo dire che togliere il "maskol" non è stato facile, probabilmente perché sono passati alcuni giorni e di era un po' seccato, oltre al fatto che in parte era coperto da due strati di colore.
Alla fine il risultato mi soddisfa abbastanza.




Ho trovato le decal Airfix ottime per qualità di stampa, sottigliezza e robustezza del supporto. Come sempre le ho rifilate con la forbicina, ma credo che non sarebbe nemmeno stato necessario. Ora il modello si presenta ancora tutto lucido, in attesa dei prossimi passaggi di invecchiamento e dei fumi. Sono molto deluso dal fatto che ero riuscito a trovare un buon compromesso per differenziare le superfici telate, ma l'effetto è sparito con la future e non so se tornerà con la finitura opaca. Temo che dovrò lavorarci ancora.




Ulteriore applicazione della tecnica del sale per invecchiare e amalgamare le decal. Sembra che all'epoca le insegne fossero mantenute pulite, ma non mi piace che risultino troppo nuove.



Questa la situazione dopo aver applicato anche i fumi delle mitragliatrici alari.



Ecco come si presenta il Corsair dopo un lavaggio a olio che mi è servito sia per evidenziare le pannellature, sia per rendere ancora più vissute le superfici martoriate dal meteo del Pacifico e dalla sabbia corallina di Vella Lavella.





Sulle superfici inferiori ho cercato anche di riprodurre i fumi di scarico, mentre sono stato più leggero con l'usura, considerando che dovrebbero essere state meno esposte agli eventi atmosferici.


Finito il modello, ho iniziato a lavorare sulla basetta che lo dovrà ambientare. Si tratta di una porzione di grelle tipiche dei campi di volo attrezzati nel Pacifico. Non mi risulta che il VMF-214 disponesse di questa superficie attrezzata e infatti i piloti dovevano operare su un terreno composto da sabbia corallina che logorava e letteralmente sabbiava gli aerei. Ma il nostro Maggiore Pappy Boyington, in qualità di comandante di reparto, aveva anche un ruolo di collegamento con i vari comandi di zona ed è provato da foto che si recasse in aeroporti meglio attrezzati nelle isole Solomone.
Ecco la base di partenza, ben dettagliata.


Anche in questo caso ho provato a dare un po' di realismo, iniziando con il differenziare le singole grelle con diverse tonalità di metallo. Per fare questo mi sono creato uno stencil della forma della grella e ho lavorato di aerografo. Successivamente ho applicato un lavaggio a olio abbastanza pesante, per far risaltare bene le ottime incisioni delle piastre metalliche.
Infine, ho aggiunto una grafica con lo stemma del reparto delle "Pecore Nere" e una foto del Maggiore, appena applicate le bandierine molto alla buona.


Di seguito le foto del modello finito e ambientato nelle diverse viste.









© Michele Raus | Club Modellismo Più Trentino