Mil Mi-24P "Hind-F"



 Dati Kit
ModelloMil Mi-24P "Hind-F"
Produttore, scala
  
Eduard-Zvezda, scala 1/72
  
 Cenni storici
SoggettoUNO 881
Forza, livreaUkrainian Air Force - MONUSCO
Luogo e periodoGoma, Rep. Democratica del Congo - 2019
Cenni storici
Il Mil Mi-24 (nome NATO: Hind) è un elicottero d'attacco e da trasporto truppe sviluppato dall'OKB Mil negli anni sessanta sulla base del Mil Mi-8 ed entrato in servizio nel 1972. Lo sviluppo iniziò nello stesso periodo del Bell AH-1 Cobra, quando entrambi gli schieramenti avevano la necessità di elicotteri da combattimento pesanti e con capacità di "Gunship". Ma l’approccio sovietico fu diverso da quello americano, preferendo un velivolo capace di svolgere anche il ruolo di trasporto di truppe d'assalto e con dimensioni decisamente maggiori.
Progettato per missioni di scorta, ricognizione, supporto aereo e contro-carro, l’elicottero è in grado di trasportare fino ad 8 uomini equipaggiati o 3 in barella ed è caratterizzato da un'elevata potenza di fuoco e da una pesante corazzatura, tanto da essere soprannominato “carro armato volante”, pur presentando problemi di vulnerabilità a causa del rotore di coda e soprattutto degli ampi scarichi non protetti, facile bersaglio dei missili a guida termica. Le ali ai lati della fusoliera fungono da punti di appoggio per l’armamento, ma servono anche a migliorare le caratteristiche aerodinamiche e la capacità di carico.
Prodotto in più di 2.000 esemplari, ha riscosso un notevole successo commerciale ed è uno dei velivoli più diffusi tra le forze armate dei paesi ex-URSS e di quelli in via di sviluppo.
La versione Mi-24P "Hind-F" si differenzia dalle precedenti per il cannone fisso GSh-30K calibro 30 mm a doppia canna con una cadenza di tiro di 2.500 colpi al minuto, installato sul fianco destro della fusoliera e munito di vistosi soppressori di vampa per evitare l'abbagliamento del puntatore.

I Mi-24P dell’Aeronautica Ucraina sono impiegati da diversi anni nella missione umanitaria e di peacekeeping dell’ONU per la stabilizzazione della Repubblica Democratica del Congo denominata MONUSCO. Le operazioni degli Hind consistono nella protezione del personale e degli assetti ONU e in missioni mirate di attacco ai gruppi armati illegali dei ribelli. In questo contesto instabile rientrano purtroppo l’imboscata che il 22.02.2021 ha portato all’uccisione dell'ambasciatore italiano Luca Attanasio, del carabiniere Vittorio Jacovacci e dell’autista Mustapha Milambo Baguna, che vennero uccisi nell’attacco al convoglio di una missione umanitaria del MONUSCO diretta alla città di Rutshuru.

Il Mi-24P UNO 881 che mi appresto a riprodurre risultava impiegato a Goma, città al confine con il Ruanda, nell’area orientale del Congo a soli 70 Km dal tragico evento.
  

 Realizzazione
ProduzioneRealizzato da scatola con autocostruzioni
ColorazioneColori acrilici ad aerografo e lavaggio a pennello
TempisticheDicembre 2021 - Ottobre 2022
Ambientazione
  
  
 Note
Partecipa alla Campagna "Elicotteri" 2022 di Modellismo Più.
  
 Foto del soggetto originale



 W.I.P. - La costruzione del modello

Il kit che utilizzerò per realizzare questo Hind è il Dual Combo marchiato Eduard 2116, rilasciato nel 2016. In realtà si tratta dell'ottimo stampo Zvezda del 2010, che mi si dice essere il migliore kit 1:72 per produrre questo elicottero. In effetti le stampate sono molto pulite e sembrano essere anche ben dettagliate. Non sono in possesso della scatola, perché ho solo mezzo del "dual combo", passatomi dall'amico Guido "Tapiro".




Il lavoro inizia con gli uffici del pilota (posteriore) e dell'addetto ai sistemi d'arma (anteriore), perché in effetti si tratta di due vani separati, disposti in tandem e su quote diverse. Il kit dual combo di Eduard fornisce un set completo per realizzare una versione con strumentazione a sfondo tipico verde-azzurrino, oppure il più moderno nero in dotazione alle ultime versioni acquistate dalle FFAA della Repubblica Ceca. Per il mio Mi-24P ho optato per la versione nera, basandomi anche su foto reperite su web dei soggetti ukraini presenti recentemente in Congo.
Dopo tanti anni di modellismo, sembrerà strano, ma è il mio primo modello dotato di aftermarket, tanto che mi sembra di essere più un assemblatore che un modellista. Infatti la strumentazione pre-colorata mi fa sentire quasi in colpa per la mole di lavoro risparmiata. Comunque l'allestimento degli interni mi ha richiesto un po' di tempo, soprattutto per capire cosa va messo e dove, anche se le istruzioni sono molto dettagliate e quindi un po' alla volta si arriva a conclusione. Quindi tutto relativamente semplice, facendo solo attenzione a posizionare correttamente gli strumenti, in modo che non creino problemi in fase di inserimento finale, da controllare con prove a secco.


Decisamente degna di nota la strumentazione frontale del pilota, con le ottime fotoincisioni del pannello su due livelli (più schermo da aggiungere in rilievo), che necessita solo dell'aggiunta di gocce di future per simulare i vetri degli strumenti, e un Head Up Display con ottimo dettaglio, a cui basta aggiungere il vetro, che ho creato su misura con dell'acetato molto fine.











Per il resto, nulla di particolare da segnalare, se non il fatto che durante le prove di montaggio a secco del guscio esterni gli incastri sembrano ottimi. Invecchiamento leggero con lavaggio a olio e drybrush.



Il vano di carico (al piano rialzato) è ben dettagliato e accessoriato per la scala 1:72, tanto che credo Zvezda abbia utilizzato lo stesso progetto della versione 1:48, riducendone semplicemente la scala. Io farò il modello chiuso e quindi non ha senso dettagliare maggiormente gli interni, ma un kit come questo si presta certamente alla realizzazione di un modello "tutto aperto". Anche qui leggero lavaggio a olio e zona di calpestio solo un po' più vissuta.
Da notare in questo caso la correttezza del modello, che si evince dalla forma asimmetrica del frame che separa il vano dalla parte posteriore dell'elicottero. Infatti è inclinato a sinistra nella parte superiore. 



Il vano motore al (1° piano) è anch'esso ricco di dettagli. Mancherebbero solo alcune tubazioni e cavi, che non mi spingo a riprodurre, visto che comunque chiuderò tutto. Avrei anche potuto soprassedere su queste parti, ma mi sarei sentito in colpa e comunque è una bella esperienza.



Ed ecco come si presentano gli interni completi, dove i vari pezzi sono andati assieme senza alcun problema di incastro, con i complimenti a Zvezda per la precisione di questo kit.



Ora comincia il bello, perché il kit Eduard/Zvezda offre le versioni Mi-24D, Mi-24V e Mi-35, mentre il mio soggetto è un Mi-24P. La caratteristica principale e maggiormente visibile che lo differenzia è data dal cannone fisso GSh-30K calibro 30 mm a doppia canna, installato sul fianco destro della fusoliera. Quindi è necessario eliminare la mitragliera a canna singola sotto il muso. Per questo l'amico Kicco64 mi ha gentilmente spedito il pezzo proveniente da un altro kit, nella foto sotto di colore nocciola. Purtroppo. però, il pezzo ha una forma errata, sia rispetto al kit, sia rispetto all'originale, e si adatterebbe male al resto del muso. Quindi ho deciso di seguire una procedura diversa per effettuare la modifica: stucco e pazienza.





Comunque la stuccatura è andata a buon fine, ma ci sono volute lisciature, aggiunte di stucco a causa del ritiro, nuove lisciature e così via. Questa una foto intermedia, dove un occhio attento può notare un leggero ritiro nella parte posteriore, dove lo stucco si unisce alla plastica.










Finito il lungo lavoro sul musetto (o meglio musone?), ho completato la chiusura delle semi-fusoliere e l'accoppiamento della zona anteriore dell'elicottero (pilota e addetto ai sistemi d'arma) con quella posteriore.
L'assemblaggio non è stato affatto una passeggiata. Mi ero illuso che alla qualità del dettaglio del kit corrispondesse una precisione degli accoppiamenti, ma non è propriamente così. Nel chiudere le lunghe semi-fusoliere della parte posteriore, ho avuto problemi nell'inserimento del blocco del carrello, che non voleva saperne, neanche fosse un aftermarket. Ho pensato di aver sbagliato qualcosa, ma poi ho avuto problemi anche con la parte superiore e poi con l'accoppiamento con le postazioni del pilota e copilota. Alla fine ne sono venuto fuori, ma dopo diverse tribolazioni.


Da modellista col "braccino corto", non avrei mai acquistato di mia spontanea volontà le mascherature per i trasparenti. Ma devo ammettere che averle trovate in questo kit Eduard/Zvezda mi ha fatto risparmiare una settimana di lavoro. Infatti i vetri dell'Hind hanno pochissime linee rette e quindi la creazione delle mascherature a mano sarebbe stato un processo lungo e tempestoso(ricordiamo che siamo in 1/72. Quindi un grazie a Eduard per l'ottimo nastro, perfettamente progettato per corrispondere ai trasparenti.


Finalmente l'Hind è impallidito e, nonostante dalle foto non si noti, sono soddisfatto dell'effetto dato dal preshading. Ho invece avuto un grosso problema con il Tamiya XF-2, che è risultato con una superficie estremamente ruvida al tatto e anche visivamente. Questo mi ha costretto a una lunga e paziente lisciatura con carta abrasiva da 8000, per riportare la superficie liscia.



Nella fase successiva ho arricchito un po' l'elicottero con dei dettagli e con le decal.



Quando si avvicina la fine di un modello, è più facile commettere errori. Infatti ho dovuto rifare due volte gli occhioni caratteristici di questo elicottero, perché non mi ero reso conto che, rispetto al kit HobbyBoss del Mi-8MTV-2, le coperture delle prese d'aria sono solidali con le staffe di fissaggio. Quindi gli occhi vanno fatti già nella posizione finale, perché non è possibile regolarli a posteriori. Ecco di seguito le fasi di creazione.



Anche in questo caso, la parte difficile è rappresentata dal lavaggio a olio (miscuglio di Bruno Van Dyck e Grigio di Payne), che deve sporcare ma non troppo le superfici bianche e dare il giusto invecchiamento alle pale del rotore, molto in vista. Ho dovuto forzare un po' la mano sui fumi di scarico, sempre ben visibili sulle fiancate e sulle "ali" di questo Hind bianco.
Ecco le foto di come si presenta il modello finito, in attesa di ambientarlo su una basetta per contestualizzarlo.



Ed ecco l'elicottero imbasettato e con uno sfondo che lo contestualizza in Congo orientale, dove prestava servizio nel 2019.





E infine alcune foto dei due cugini con lo stesso sguardo, le cui basette sono componibili.









































© Michele Raus | Club Modellismo Più Trentino

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