Remo Cazzolli e il suo Re.2001


 Dati Kit
ModelloReggiane Re.2001 "Falco II"   
Produttore, scala
  
Sword, scala 1/72
  
 Cenni storici
Soggetto152-1 del Tenente Remo Cazzolli
Forza, livrea152^ Squadriglia, 2° Gruppo Autonomo Caccia Terrestre
Luogo e periodoCaltagirone, 1942
Cenni storici

Remo Cazzolli nasce a Pinzolo (provincia di Trento) nel 1914 e fin dall'adolescenza mostra passione e attitudine per il volo, che lo portò a iscriversi alla Scuola Militare per allievi piloti di Foligno (PG) e si addestra con il Caproni 100 (il noto Caproncino). Successivamente si specializza alla Scuola Caccia di Ghedi (BS). Nella seconda metà degli anni '30, presta servizio in Libia quale pilota di ricognitori.
Durante la seconda Guerra Mondiale pilota il Re.2001 come caccia di scorta sul fronte di Malta, dove viene abbattuto il 18 maggio 1942, riportando gravi ferite. Catturato dagli inglesi, viene trasferito in un campo di prigionia in Scozia. Dopo un rocambolesco tentativo di fuga, viene rimpatriato nell’aprile del 1943, decorato con la medaglia d’argento al valor militare e successivamente congedato con il grado di colonnello. Nel 1973 gli viene conferita l’onoreficenza di «Pioniere dell’aeronautica», per la progettazione e costruzione di un aliante. Remo Cazzolli ci ha lasciati a Trento il 13 marzo 2001.

Il Reggiane Re.2001, noto sebbene non ufficialmente come "Falco II", era un aereo da caccia monomotore, monoplano e monoposto prodotto dall'italiana Officine Meccaniche Reggiane (controllata dalla Caproni) all'inizio degli anni quaranta. Sviluppato dal Reggiane Re.2000 "Falco", ne rappresentava l'evoluzione con un più potente motore a 'V'. Costruito in 237 esemplari, venne impiegato dalla Regia Aeronautica nel teatro del Mediterraneo durante la seconda guerra mondiale, soprattutto su Malta, con diversi ruoli quali intercettore, cacciabombardiere e caccia notturno. Rappresentò la base per lo sviluppo dei successivi Reggiane Re.2005 e Re.2006.
  
 Realizzazione
ProduzioneRealizzato da scatola con piccole autocostruzioni
ColorazioneColori acrilici ad aerografo e pennello, invecchiamento a olio
Tempistiche
 
Gennaio - Maggio 2019
 
 Note
Realizzato nell'ambito dello Speciale "Gli Uomini della Regia Aeronautica" di Modellismo Più
  
 Foto del soggetto originale


 W.I.P. - La costruzione del modello

Da parecchio tempo avevo in mente di realizzare questo piccolo "monumento" a ricordo di un pilota trentino dalla storia particolarmente avventurosa e l'occasione è arrivata grazie allo Speciale group build di Modellismo Più dedicato agli "Uomini della Regia Aeronautica".
Qui Remo Cazzolli in posa con il suo Reggiane che sfoggia lo stemma di Trento sul lato sinistro.
Il kit è lo Sword 72059, che offre 2 kit per meno di 20€, in occasione del 70° anniversario della battaglia sui cieli di Malta.

Ecco le foto del kit, a partire dalla scatola fino al contenuto in plastica e resina, oltre alle decal.



I colori da utilizzare sono abbastanza sicuri, con interni in Verde Anti Corrosione e pannello strumentazione nero, superfici inferiori in Grigio Azzurro Chiaro 1 e superiori in Verde Oliva Scuro 2.Una nota particolare di questo aereo è data dal fatto che i pozzetti dei carrelli non erano in verde anti corrosione, ma in metallo naturale, come dimostrato da una foto d'epoca di un Reggiane incidentato.
Sono partito con la produzione degli interni. Le fiancate del kit sono già molto buone, considerata la scala 1:72. Mi sono limitato ad aggiungere qualche strumento per arricchirle un po'. Nella foto di destra la situazione delle fiancate dopo il lavaggio e un leggero dry brush.
Da notare un errore nelle istruzioni del kit, dove sono erroneamente invertiti i colori Verde Anti Corrosione e Nero

Il seggiolino era metallico, non verniciato, e aveva dei particolari agganci delle cinture costituiti da due cavi in acciaio bloccati sul retro, oltre che da alcune catene collegate alla struttura di sostegno. La foto più utile per capire il sistema di ritenzione è presente a pagina 28 del libro "I Reggiane dalla A alla Z" di Sergio Govi (Giorgio Apostolo Editore), che riporto di seguito:

Il kit offre un cockpit che comprente anche il collimatore in resina a cui va aggiunto il vetro, che ho riprodotto con dell'acetato molto fine.
Sul seggiolino ho ricreato il sistema di imbragatura inclusi i due cavi di acciaio, ralizzati con del filo elettrico molto fine. Le cinture sono prodotte con la carta stagnola del tappo di uno yogurt, mentre le fibbie sono lo stesso filo metallico arrotolato attorno alle punte delle pinzette.

E questo è il massimo di precisione che sono riuscito a raggiungere con gli interni del mio Reggiane, fotografati prima di chiudere la fusoliera.

Il kit si monta bene e necessita di poco stucco. La parte che richiede più tempo è la rifinitura delle stampate e l'assottigliamento del bordo di uscita delle ali, un po' troppo spesso.

Il Reggiane è stato "primerizzato" (per usare un inglesismo che sta a dire che ha ricevuto una base di colore sinstetico a spruzzo) e quindi ha ricevuto il preshading (ombreggiatura per evidenziare i pannelli), anche se la colorazione verde scuro non lascerà apprezzare il lavoro più di tanto.

Il primo colore è il Grigio Azzurro Chiaro 1 sulle superfici inferiori, che lascia intravvedere solo un minimo di preshading, dato che non mi risulta che questo aereo fosse particolarmente usurato. Si tratta quindi di dare solo un aspetto meno piatto alle superfici. Poi con il lavaggio cercherò di raggiungere un maggiore realismo.
In questa foto i pozzetti dei carrelli sono ancora in Verde Anti Corrosione, perché ho scoperto solo successivamente che erano in metallo naturale.

Successivamente ho mascherato attentamente le superfici inferiori, in preparazione della stesura del colore su quelle superiori.

Poi sono partito con il Verde Oliva Scuro 2 (Italeri 7480), che inizialmente ho steso solo sulle superfici superiori, lasciando intrevvedere solo un minimo del preshading. Devo dire che l'acrilico Italeri si è steso molto bene e senza alcun problema. 
A dire il vero il colore delle foto non corrisponde al reale. Forse per effetto del riflesso del nastro di mascheratura giallo, nella foto il verde ha perso saturazione.

Prima di verniciare il bordo d'attacco inferiore, ho scollato e rialzato il primo millimetro del nastro, in modo da ottenere un bordo meno marcato, come si vede dalla foto sotto. Avessi saputo prima che c'erano anche esemplari con il bordo netto, penso che non avrei fatto tutto quel lavoro. Errore mio a non informarmi meglio prima.

Una volta terminata la livrea del Reggiane e dato una passata di future per fissare il tutto, ho dato una "lisciata" con la carta abrasiva da 12000 bagnata, per ottenere una superficie liscia.

Poi ho iniziato a mascherare la fusoliera per fare la fascia bianca, mentre per la croce caudale penso di utilizzare la decal.

Dipinta la fascia bianca in fusoliera, ho applicato le decal aiutandomi con un ammorbidente. Questo viene utile soprattutto per le insegne e per gli stencilcon fondo trasparente, che sono più soggetti a silvering.
Sempre per evitare imperfezioni, ho ritagliato a filo ogni singola decal e ho separato anche il "152" dall'1, in modo da evitare ovunque possibile di vedere il film.

Nonostante le istruzioni offrano due decal con lo stemma di Trento, ho applicato solo quello sul lato sinistro. Non mi risultano foto della fiancata destra del Reggiane di Cazzolli, ma il "4" di Teja fotografato dopo l'incidente non aveva lo stemma sulla destra e, stando ai disegni di Brioschi, anche il "10" di De Merich aveva lo stemma solo sulla destra. Quindi ritengo che fosse prassi apporre il proprio stemma solo dalla parte da cui il pilota saliva sul velivolo.

Poi è venuto il momento del lavaggio a olio, dopo il quale l'aereo di presenta così.

Successivamente ho aggiunto i fili dell'antenna, i "funghetti" indicatori del carrello abbassato e il tubo di pitot, oltre ad annerire ad aerografo le parti dove sporcavano gli scarichi e le canne delle armi alari.
Durante questi passaggi ho iniziato a preparare la basetta, realizzata con un miscuglio di colla vinilica diluita con acqua, fugante per piastrelle e colore per ottenere la terra di fondo.

Una volta asciutta, ho "piantato" l'erba sintetica utilizzando ancora una soluzione di colla vinilica e il magico attrezzo che mi sono autocostruito con una racchetta elettrica anti zanzare.
La realizzazione di diorami non è certamente il mio forte, ma spero che sia pur sempre più presentabile che non su un semplice fondale bianco.

Questo kit Sword 1:72 è certamente consigliabile, perché non necessita di particolari interventi e si monta senza problemi. La deriva è ben realizzata, con la corretta inclinazione con bordo d'attacco spostato a sinistra e i dettagli sono fini e ben gestibili.
Guardando le foto, forse avrei potuto stare più leggero con il lavaggio su alcuni recessi, ma dal vivo il Verde Oliva Scuro è un po' più scuro e quindi le pannellature risultano meno evidenti.
Purtroppo il colore Verde Oliva Scuro 2 non riesco proprio a fotografarlo. Ho provato con ogni condizione di luce, ma perde sempre di saturazione rispetto a come lo vedo ad occhio. Ho utilizzato l'Italeri 7480 senza altre aggiunte e a vista sembra veramente realistico, ma in foto mi si desatura.

Comunque mi sono divertito e non escludo di provare a realizzare l'aereo di un altro Pilota della Regia Aeronautica prima della fine dell'iniziativa.
Un ringraziamento a tutti gli amici che nel Forum di Modellismo Più mi hanno seguito e aiutato con consigli.


© Michele Raus | Club Modellismo Più Trentino

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