Modello | Blindo Cacciacarri B1 Centauro | |
Produttore, scala | ACE, scala 1/72 | |
Cenni storici | ||
Soggetto | B1 Centauro | |
Forza, livrea | Esercito Italiano, Contingente Italiano UNIFIL | |
Luogo e periodo | Chama, Libano, 2008 | |
Cenni storici La Centauro B1 nasce come autoblindo cacciacarri leggero e ruotato 8×8, progettato e prodotto dal CIO (Consorzio Iveco-Oto Melara). Il veicolo è in dotazione all’Esercito Italiano, Spagnolo, Giordano e dell’Oman. Il progetto nacque durante la Guerra Fredda dalla necessità dell’Esercito Italiano di disporre di un mezzo corazzato medio in grado di fronteggiare veicoli nemici più pesanti con grande potenza di fuoco ed elevata mobilità, per intercettare eventuali minacce dal Patto di Varsavia sulla costa Adriatica. Il progetto iniziò nel 1984 e si concluse nel 1989 con la presentazione del veicolo in Sardegna. La produzione per l'Esercito Italiano iniziò nel 1999 e si concluse nel 2006 con 400 mezzi prodotti. La produzione dei primi 450 veicoli per l’EI (poi ridotti a 400) iniziò nel 1990 e si concluse con la consegna nel 1992. Nel 1999 l’Ejército de Tierra spagnolo firmò un primo contratto per l’acquisizione di 22 Centauro (denominate VRC-105 a indicare calibro), diventati alla fine 84. Nel 2000, 16 Centauro furono inviate all’US Army per lo sviluppo dello Stryker. Nel 2008 anche la Guardia Reale dell'Oman ordinò 9 esemplari con torretta HITFACT1 con cannone da 120/45 mm e motore da 650 hp. Oggi il ruolo di cacciacarri è venuto meno ed è impiegato in ruolo differenti e predilige un ruolo di supporto alla fanteria o a veicoli leggeri. L'armamento principale della Centauro consiste nella torretta Hitfact con cannone ad anima rigata ad alta pressione da 105 mm prodotto dalla Oto Melara, che offre la stessa potenza di fuoco dei carri Leopard 1 e dei carri NATO suoi contemporanei. Il pezzo può sparare tutta la gamma di munizioni perforanti a carica cava e ad alto esplosivo da 105 mm della NATO, compresi i penetratori cinetici sottocalibrati. Quest'arma ha 14 colpi di pronto impiego in torretta e altri 26 nello scafo. La canna è rivestita da un manicotto termico, per preservarla da distorsioni, e di estrattore di fumi, che impedisce al fumo di penetrare nella camera di combattimento dopo lo sparo. All'estremità della bocca da fuoco è presente uno spegnifiamma atto a ridurre il rinculo e la visibilità della vampata durante lo sparo. L'armamento secondario è rappresentato da due mitragliatrici MG-42/59 da 7,62 mm, una coassiale al cannone e l'altra scudata in funzione antipersonale. Il munizionamento per le MG consiste in 4.000 cartucce NATO da 7,62 mm. Il soggetto che mi appresto a riprodurre faceva parte dell'Operazione Leonte del contingente italiano di stanza a Chama nel 2008, nell'ambito delle forze UNIFIL (United Nations Interim Force in Lebanon), le forze di interposizione presenti nel Libano meridionale fin dal 1978. |
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Realizzazione | ||
Produzione | Realizzato da scatola | |
Colorazione | Colori acrilici ad aerografo e lavaggio a pennello | |
Tempistiche | Dicembre 2024 - | |
Ambientazione | ||
Note | ||
Partecipa alla Campagna "Caccia..." di Modellismo Più. | ||
Foto del soggetto originale | ||
W.I.P. - La costruzione del modello | ||
Il
kit che utilizzerò per realizzare questo mezzo è l'ACE 72437, stampo del 2018, donatomi dall'amico Pierpaolo Liso che ringrazio ancora. La quantità delle stampate e i tantissimi pezzi in dettaglio farebbero pensare a una scala maggiore rispetto alla 1:72. Anche le istruzioni sono molto corpose e piene di dettagli. Il kit offre pneumatici in gomma, fotoincisioni e decal apparentemente di ottima qualità per realizzare 3 differenti mezzi. Vista la mia fondamentale ignoranza su questo genere di veicoli, spero che gli amici esperti che frequentano il forum mi vengano in aiuto se noteranno miei errori. Dopo il primo approccio con il kit, direi che il suggerimento è quanto
mai fondato e quindi, dopo lunga pulizia dei pezzi, ho iniziato a unirli
a secco. Innanzitutto si tratta di capire quale e quanta plastica
togliere, mantenendo le parti che poi devono combaciare, che non hanno
riscontri. Anche l'accoppiamento dello scafo con la torre, come previsto da Andrea,
necessita di un po' di lavoro per convincere, appunto, le due parti ad
accoppiarsi. Credo che questa foto sia abbastanza esplicativa di come il sottoscritto aeroplanaro stia approcciando il montaggio di questo mezzo. | ||
© Michele Raus | Club Modellismo Più Trentino
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B1 Centauro UNIFIL
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