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Dati Kit | ||
Modello | Space Battleship Yamato - Star Blazers | |
Produttore, scala | Bandai, scala 1/1000 | |
Cenni storici | ||
Soggetto | Space Battleship Yamato (Argo) | |
Livrea | UNCF - United Nations Cosmo Forces | |
Luogo e periodo | In viaggio per Iskandar, 2199 | |
Cenni storici La Yamato è l'astronave protagonista di "Star Blazers", serie televisiva animata (o "anime") giapponese del 1974, trasmessa anche in Italia a partire dal 1980. Il titolo originale giapponese era "Uchū senkan Yamato", ovvero "La corazzata spaziale Yamato", che però nell'edizione occidentale venne rinominata in "Argo". Il racconto di fantascienza è ambientato nel 2199, quando la terra è sotto il bombardamento radioattivo del Supremo Desslock del pianeta Gamilion e la popolazione è costretta a sopravvivere nel sottosuolo. L'unica speranza di salvare l'umanità è riuscire a raggiungere il pianeta Iskandar retto dalla Regina Starsha, che ha offerto alla Terra il Cosmo DNA, unica soluzione in grado di eliminare la radioattività. Per questa ardua missione viene scelto di riesumare, restaurare e ammodernare la storica nave da battaglia Yamato della Seconda Guerra Mondiale, che giace incagliata sul fondale dell'oceano Pacifico, ormai prosciugato. La Yamato viene convertita in nave spaziale, dotata di un equipaggio di 117 uomini, che, guidati dall'anziano Capitano Avatar, devono raggiungere Iskandar e ritornare entro 365 giorni per salvare la Terra facendola tornare abitabile. | ||
Realizzazione | ||
Produzione | Realizzato da scatola | |
Colorazione | Colori acrilici ad aerografo e pennello, invecchiamento a olio | |
Tempistiche | Dicembre 2023 - Aprile 2024 | |
Ambientazione | Su basetta fornita nel kit | |
Note | ||
Il modello partecipa alla campagna "Science-Fiction" 2024 di Modellismo Più. | ||
Foto del soggetto originale | ||
W.I.P. - La costruzione del modello | ||
Il kit è il Bandai n.0503301 in scala 1:1000, nella prima scatola del 1983. Nonostante i 40 anni di età, le stampate non si presentano male, anche se ho già notato che sarà un problema non da poco pulire i tantissimi cannoncini microscopici che vanno montati sulle fiancate. Di seguito le foto della scatola e delle stampate. Dopo
la pulizia un po' laboriosa dei pezzi, anche perché tutti molto
piccoli, ho iniziato a fare delle prove di assemblaggio a secco. E per
fortuna, perché alcune misure non tornano e quindi ho dovuto rettificare
alcune parti per farle combaciare correttamente. Anche
i vari ponti vanno puliti e sistemati per ottenere un montaggio
tranquillo. Nonostante la scala, ho deciso di prendermi il rischio di
forare i cannoni e in questo mi sono venute in aiuto le micropunte della
Parkside recentemente acquistate al Lidl. Sono partito con la 0,3mm per
arrivare alla 0,6mm. Nonostante le prove a secco, l'incollaggio delle parti principali dello scafo non è dei più facili e ho dovuto ricorrere a elastici, nastro e morsetti per fare in modo che il tutto si incolli con gli allineamenti corretti. Anche l'incollaggio della parte superiore (mi scuso per l'ignoranza delle denominazioni marinare) necessita di alcuni accorgimenti per ottenere un buon assemblaggio. Dopo molte stuccature, rettifiche e levigature, finalmente il primer. Segue il pre-shading. Sessione
di verniciatura piacevole, cercando di dare un minimo di movimento alle
superfici, giocando con diverse diluizioni dei grigi. Unico problema per la parte inferiore è che ho fatto un po' fatica a capire del le ali fossero da dipingere dello stesso rosso (antivegetativo) della carena, oppure grigie come le superfici superiori. Infatti sono pochi i fotogrammi in cui le ali sono estratte, cosa che accadeva solo in atmosfera, e ogni volta che la nave viene inquadrata da sotto è poco illuminata. Alla fine sono riuscito a trovare un fotogramma che, schiarito con Photoshop, mostra una prevalenza di rosso. Ho impiegato un po' di tempo a decidere che colore utilizzare per il legno del ponte di coperta. Questo perché nella maggior parte delle riproduzioni che ho trovato dell'astronave, il modellista ha scelto un legno molto chiaro, ma di questo non ho trovato alcun riscontro nelle varie puntate, dove invece il ponte di coperta risulta scuro anche in piena luce. Quindi ho deciso di andare in controtendenza, anche se il colore non è esteticamente così piacevole. Nella fase finale ho avuto poco tempo da dedicare al modellismo e quindi sono andato avanti con la Yamato in modo sporadico, senza fare foto degli avanzamenti, che hanno comportato: - rafforzamento delle pannellature ad aerografo - applicazione di un lavaggio a olio, solo per evidenziare i recessi - leggero dry brush per ravvivare gli spigoli - applicazione di una finitura trasparente semi-ludica - stampa di un'etichetta italiana per il supporto Ecco il risultato Ho voluto anche provare a fotografare l'astronave nel suo ambiente naturale, stampando su un foglio A3 un cielo stellato di quelli che il Capitano Avatar e la sua ciurma potevano ammirare nel viaggio verso Iskandar. E per concludere, una semplice rielaborazione con Photoshop, che lascia
il tempo che trova, ma contribuisce a reinserire il modello nella realtà
degli anime da cui è nato.
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© Michele Raus | Club Modellismo Più Trentino
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Space Battleship Yamato
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