Autoblinda AB-41



 Dati Kit
ModelloAutoblinda AB-41
Produttore, scala
  
Doc Models, scala 1/72
  
 Cenni storici
SoggettoRE-324
Forza, livreaRegio Esercito - Piemonte Cavalleria
Luogo e periodoCaserma Guido Brunner - Villa Opicina (TS)
Cenni storici
Per la presentazione di questo soggetto mi sono basato principalmente su un documento che fa parte degli "Appunti di M+", scritto da Nicolao Pignato e Fabio D'Inzeo, intitolato "Le Autoblinde AB 40, 41 e 43". La cosa che mi ha subito stupito è questa autoblinda è veicolo che al tempo era decisamente all'avanguardia, in quanto aveva adottato soluzioni innovative che furono apprezzate da chi l'avrebbe utilizzato. Nel 1937 il Ministero della Guerra, su richiesta della Cavalleria e della P.A.I., emanò un bando per la produzione di un "autoblindomitragliatrice" che offrisse il migliore compromesso tra protezione, mobilità e autonomia d'azione. La risposta fu un mezzo che offriva ottime caratteristiche, come 4 ruote motrici e sterzanti, possibilità di guida in entrambi i sensi, autonomia doppia rispetto agli altri veicolo italiani, ruote di scorta folli che offrivano supporto in caso di ostacoli e un armamento considerato adeguato allo scopo. Ne vennero costruite oltre 700 unita, alcune delle quali vennero apprezzate anche dai tedeschi e altre continuarono a essere utilizzate anche nel dopoguerra. Un dato emerso dalla pubblicazione di Pignato-D'Inzeo mi lascia un po' perplesso, perché nell'elenco dei reparti che hanno avuto in dotazione l'AB 41 non figura il Piemonte Cavalleria. Immagino quindi che quello di Villa Opicina voglia rappresentare un monumento dedicato a un mezzo che ha dato molto ai reparti di Cavalleria, nonostante non abbia prestato servizio  in quel Reggimento.
Forse questo potrebbe spiegare come mai sembra che l'AB 41 esposta non riporti contrassegni di reparto.
  
 Realizzazione
ProduzioneRealizzato da scatola con piccole autocostruzioni
ColorazioneColori acrilici ad aerografo e pennello
TempisticheDicembre 2020 - Aprile 2021
Ambientazione
  
Riproduzione del monumento presente presso la caserma Brunner sel Piemonte Cavalleria
  

 Foto del soggetto originale


 W.I.P. - La costruzione del modello

Realizzo questo piccolo kit per partecipare alla Campagna "Cavalleria Italiana", organizzata da Modellismo Più in memoria del suo fondatore, l'amico Fabio D'Inzeo, recentemente scomparso.
Il kit utilizzato è il Doc Models 72011 "AB41 Italian Armoured Car" in scala 1:72, gentilmente cedutomi anni fa dall'amico Vittorio. 




Scatola elegante con un bel disegno dell'autoblinda sul fronte, mentre sul retro sono riportati due prospetti degli esemplari che si possono realizzare da scatola, uno della 4a Compagnia P.A.I. (Polizia Africa Italiana) e uno dei Lancieri di Montebello. 
Il contenuto è tutto racchiuso in una busta di plastica sigillata in cui si sono le piccole stampate, le ruote in gomma, le decal e il foglio istruzioni.


A un primo esame le stampate sembrano di buona qualità e dettaglio, ma questo lo vedremo meglio quando ci metterò mano.


Devo dire che le stampate sono veramente precise e pulite. Un altro pianeta rispetto alle stampate Amodel a cui sto lavorando parallelamente.
Il kit è composto di pochi pezzi e si monta in 10 minuti. Ora devo iniziare a capire cosa devo utilizzare degli accessori in dotazione, per riprodurre il soggetto esposto.



Nel frattempo ho scoperto che Fabio Alviani (uno dei miei soci del Club M+ Trentino) ha prestato servizio nella caserma Brunner e, pochi anni fa, vi è tornato per una visita e non ha perso l'occasione per scattare alcune foto all'AB-41.
Lo ringrazio molto per avermele inviate, così, grazie a queste foto, potrò riprodurre un po' più fedelmente l'autoblinda "monumentale". Ho scoperto tra l'altro che non c'è alcuna targa sul retro, che è rimasta solo una delle aste d'ingombro e non ci sono né piccone né pala appesi alle fiancate, oltre ad avere la conferma che il mezzo non riporta alcuna insegna.



Le nuove foto di Fabio hanno aggiunto dei dettagli, ma purtroppo ne hanno tolti altri che avevo già incollato in bella vista.
Quindi ho dovuto tagliare via la pala e il piccone che avevo già incollato (di quest'ultimo ho tenuto i fermi, perché si notano nel mezzo esposto).
Ho stuccato il foro che avrebbe dovuto ospitare sulla fiancata la lunga asta, di cui da buon aeroplanaro ignoro nome e funzione.
Purtroppo dovrò anche eliminare i fanali, che nel soggetto esposto sono spariti.
Ho aggiunto invece un paio di "accessori" sul cofano anteriore, che non ho notato su nessuna delle foto storiche che mi sono studiato.


Per quanto riguarda la torretta, dovrò coprire i due fori laterali e sostituire la piccola canna sulla destra del cannone, perché va fatta più lunga e posizionata più in basso, a livello del cannone stesso.

Molto, troppo lentamente, i lavori di mutilazione e obliterazione dell'autoblinda proseguono nei ritagli di tempo.
Ho forato con una punta da 0,6mm la canna del cannoncino, che chiaramente era di plastica piena e quindi poco realistica.
Ho amputato la canna che si trovava sulla destra del cannone e la ho sostituita con una punta di ago da 0,5mm.
Infine ho chiuso i due fori laterali della torretta.


Dopo aver aggiunto e tolto alcuni dettagli, sostituito entrambe le canne delle armi leggere, stuccato uno dei fori della marmitta e applicato l'asta di ingombro, ho finalmene aerografato l'autoblinda, che ora si presenta così.


Confrontando il Giallo sabbia chiaro, che ho utilizzato per l'AB-41, con le foto del mezzo, il colore di quest'ultimo mi sembra più chiaro e meno saturo. Forse questo è dovuto anche all'illuminazione, ma ho deciso comunque di passare delle velature di bianco (in realtà diluente "sporco" di bianco) sul mezzo, insistendo sulle superfici esposte, con tecnica azimutale. Ho poi aggiunto il simulacro di marmitta, creata con uno spezzone di sprue e del cavo elettrico.



Stando alle foto, ogni singolo dettaglio del mezzo originale genera ruggine e questo mi fa tristemente pensare che abbiano verniciato il mezzo senza prendersi la briga di dare prima un fondo antiruggine.
Quindi via con il Bruno Van Dyck e devo dire che la fase del lavaggio a olio con questo kittino di alta qualità è un piacere, perché dà soddisfazione. 



Nell'asciugatura dell'olio ho iniziato a lavorare sul piedestallo in pietra a forma di cuneo che ospita l'autoblinda in salita.
Per desumere le dimensioni in scala del piedestallo, ho preso le misure del modello  e le ho riportate in un progettino in CorelDraw (molto empirico e alla buona)




Ritengo che il materiale più adatto per riprodurre questa trama di pietra sia il polistirene ad alta densità, facile da lavorare anche per un neofita dei diorami come me. Lo vidi utilizzare per la prima volta durante una dimostrazione che fu fatta credo nel 2010 presso lo stand di Modellismo Più del ModelGame di Bologna da parte di un gruppo di dioramisti che insegnavano a creare pareti in sassi per poi clonarle con la resina. Ne ho alcuni ritagli da tempo immemore ed è giunto il momento di utilizzarne un po'.


Non sono certo degno di insegnare queste tecniche, ma mi sembra giusto condividere ciò che ho fatto. Innanzitutto ho sgrossato il pezzo di polistirene.

Poi ho dato forma e dimensione al pezzo, tutto utilizzando una lama di cutter grande nuova, per ottenere un taglio quanto più pulito possibile.
 









Mi piace molto lavorare il polistirene. In questo caso ho deciso di utilizzare una matita con mina da 0,5mm, per lasciare il giusto spazio tra un sasso e l'altro.

Ecco finita la scolpitura del manufatto. Nella parte frontale ho cercato di riprodurre le pietre come nella foto e questo mi è servito per avere anche la misura corretta per tutto il resto.


Ecco la prima base di colore, che non è stato facile decidere, perché ogni foto dà un'impressione diversa di pietra


Con l'aiuto del phon per anticipare l'asciugatura del colore, si può procedere in fretta e ho già applicato l'olio per evidenziare le fughe. Ho fatto una prova anche con le matite acquerellabili, ma le fughe sono così strette che diventa troppo complicato continuare ad appuntire la punta.


Ecco uno stadio successivo del manufatto, dove ho aggiunto i 4 cunei in cemento che trattengono l'autoblinda e applicato un drybrush chiaro, perché la pietra mi sembrava troppo scura.


Per ultimo ho aggiunto delle "lumeggiature" per schiarire le parti più in luce delle pietre.
Ora mi sembra già più realistico.




Nel frattempo sono partito con la realizzazione del grande fregio in metallo posto davanti all'AB-41. 

Appena l'ho visto ho pensato subito di provare a ricrearlo come l'originale e il metallo più adatto che ho trovato è la stagnola che ricopre i tappi del prosecco. Questo perché si tratta di materiale abbastanza robusto, che quindi può tenere la forma una volta tagliato.

Non c'è un oggetto più facile di un altro, perché le dimensioni sono abbastanza ridotte e bisogna essere molto precisi nel taglio. Altra nota positiva di questa stagnola robusta è data dal fatto che, se premuta con un utensile sagomato contro il tappetino del cutter, è possibile dare una bombatura agli oggetti, aumentandone il realismo rispetto all'originale.





Prima gli ho dato un fondo nero e poi del gun metal, che mi sembrava il metallico più simile al vero.
Ora mi resta da fare un lavaggino a olio, ma a occhio nudo sembra perfetto e l'impressione è ottima.


Gli ultimi passaggi mancanti erano la finalizzazione della basetta, a cui ho aggiunto un po' di terreno e di erba sul retro, per poi completarla con il fregio e le due targhe commemorative in marmo bianco nella parte anteriore.
Mi sembra di sentire il buon vecchio Fabio commentare in modo sarcastico, alla sua maniera, la minima dimensione di questo modello 1:72, ma era una delle tante nostre discussioni amichevoli che non potrò mai dimenticare.
È stato un piacere e un onore partecipare alla campagna "Cavalleria Italiana" di Modellismo Più in sua memoria.





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