F-84G Thunderjet


 Dati Kit
ModelloRepublic F-84G "Thunderjet"
Produttore, scala
  
Italeri (Academy), scala 1/72
  
 Cenni storici
Soggetto5-4 - M.M. 19745
Forza, livrea5^ Aerobrigata
Luogo e periodoVerona Villafranca, 1953
Cenni storici
Il Thunderjet era un monoreattore monoposto dalle prestazioni transoniche che volò per la prima volta il 28 febbraio 1946. Fu uno dei cacciabombardieri maggiormente impiegati durante la guerra di Corea. Ne furono costruiti più di 4.400 esemplari, ¾ dei quali assegnati alle forze NATO. A partire dal maggio 1952, l'Italia ricevette ben 254 Getti Tonanti, divenuti presto il simbolo per l’Aeronautica Militare dell’avvenuta adesione del nostro paese all’Alleanza Atlantica. L’entrata in linea degli F-84G coincide con una fase cruciale della ricostruzione dell’Aeronautica Militare che, a fronte delle nuove esigenze operative scaturite dagli impegni in ambito NATO, era impegnata non solo ad acquisire nuovi velivoli, ma anche ad adeguare il settore della formazione e dell’addestramento, delle tattiche e delle procedure d’impiego nonché a trasformare, spesso radicalmente, le infrastrutture. Primo velivolo a reazione dell’Aeronautica Militare e il primo in grado di trasportare un ordigno nucleare tattico, l’F-84G fu utilizzato prevalentemente come cacciabombardiere convenzionale e strike. Primi ad esserne equipaggiati furono il 5° Stormo di stanza sulla base di Villafranca, il 51° Stormo di Aviano e il 6° Stormo di Ghedi. Progressivamente sostituiti dai Republic F-84F “Thunderstreak” , gli F-84G furono radiati a partire dal 1956 e successivamente demoliti.
Il 5-4 è un aereo storicamente molto importante, perché fu l'ultimo a lasciare la 5^ Aerobrigata quando i Thunderjet furono sostituiti dagli F-84F

 Realizzazione
ProduzioneRealizzato da scatola con autocostruzioni
ColorazioneColori acrilici ad aerografo e pennello, invecchiamento a olio
TempisticheGennaio - Marzo 2020
Ambientazione
  
Su basetta autocostruita 
 Note
Ha partecipato alla Campagna "F" 2020 di Modellismo Più
  
 Foto del soggetto originale


 W.I.P. - La costruzione del modello

Ho deciso di affrontare questo kit in modalità "easy", perché si tratta della mia prima esperienza con una livrea metallica ad aerografo e lo prendo come una "prima" di divertimento.
Il kit è l'Italeri 1321 in scala 1:72. Non mi è ben chiara la storia di questo stampo, ma a prima vista è molto pulito e sembra offrire un ottimo livello di dettaglio. Si nota però subito l'etichetta che dichiara la provenienza dalla Corea del Sud, cosa che, sommata alla dimensione delle stampate e al tipo di imbustamento, mi fa decisamente pensare a uno stampo Academy.







Comunque sia, la casa nostrana lo distribuisce con un ottimo foglio decal che consente di realizzare un soggetto statunitense, italiano e francese.
Trovo che il kit sia di ottima qualità e non mi aspettavo un dettaglio così buono.
Il seggiolino è composto di 4 parti, con la struttura portante, i braccioli e il poggiatesta separati e ben rifiniti. Ho deciso di sfruttare anche le decal delle cinture; il risultato è decisamente piatto, ma ritengo che a canopy chiuso faranno una figura migliore di quelle autocostruite.
Per quanto riguarda la vasca, le consolle laterali hanno i dettagli in rilievo e il pannello frontale, oltre ad avere la strumentazione in rilievo, può ospitare la decal degli strumenti, che con un po' di ammorbidente aderisce perfettamente al pannello.
Ho dovuto solamente aggiungere un paio di leve gialle e ovviamente dipingere la strumentazione per cui non erano fornite le decal. Infine un lavaggio a olio e un dry brush per dare un po' di tridimensionalità al tutto.








Per evitare che l'aereo una volta che poggerà sui suoi carrelli si "sieda", ho riempito tutti gli interstizi della parte anteriore con piombini da pesca.




La chiusura delle semifusoliere non ha creato particolari problemi. Le parti combaciano bene e anche i dettagli sono accoppiati in modo preciso e si incontrano correttamente tra le due parti.




Anche le ali si montano senza alcun problema ed è facile rispettare la tipica posizione a V di questo velivolo






Dopo aver stuccato le poche zone che necessitavano di essere riprese e mascherato il canopy. Ho coperto anche i frame, perché il kit offre delle decal per riprodurli.




Dopo aver dipinto i pozzetti ho dato una mano di nero lucido, che in realtà è tire black opaco con aggiunta di Future. Adotto normalmente questa tecnica quando mi serve un colore lucido, perché normalmente mi trovo meglio con gli opachi e ho solo quelli. Metto il diluente per primo con il contagocce nel serbatoio. Se, ad esempio, devo mettere 10 gocce di diluente, in questo caso ne metto 4-5 di diluente (alcool) e 6-5 di future. Dopo 24 ore lucido il tutto con la stoffa abrasiva da 12.000. Viene quasi a specchio.










La finitura ottenuta mi sembra un buon compromesso.










Ma c'è un  "ma" ... nella prima delle foto pubblicate qui sopra, con quell'angolazione di luce, mi è saltato all'occhio un bel problema di cui prima non mi ero accorto. Sulla parte superiore di entrambe e ali, in corrispondenza del vano del carrello c'è un maledettissimo ritiro, speculare su entrambe le ali. Sono stato molto combattuto se fosse il caso di soprassedere, considerato che mi ero prefissato una modalità "easy" tutto divertimento e niente rogne.
Ma ora che l'ho visto, l'occhio cade sempre lì.

Quindi ho passato carta abrasiva bagnata da 800 (molto leggera) e 6000 per eliminare il colore e mettere a nudo il difetto. Poi ho dato il Mr.Surfacer 1000 e, io giorno seguente, carta abrasiva da 800, 6000, 8000 e 12000, sempre con ampio uso di acqua. In queste foto si vede abbastanza bene dove serviva lo stucco.




Quindi ho ripassato il nero lucido per poi finire finalmente la superficie metallica, quando sarà ben asciutto.
Dalle foto seguenti si vede che il problema sembra finalmente risolto.




L'aereo ha così ripreso la sua base metallica, ora senza più ritiri.



Sono poi passato alla lunga fase di mascheratura per dare ai pannelli il loro colore reale, che era abbastanza ripetitivo su questi aerei.



La prima fase è stata quella dei pannelli sulla fusoliera, che ho realizzato con un mix del colore metallico addizionato con chia nera e trasparente opaco.
Di seguito un paio di dettagli al volo, col cellulare.





Poi è stata la volta delle superfici alari e in questo caso ho utilizzato un Gun Metal della Kcolors, dato che si tratta di superfici lucide. Il contrasto forse è un po' troppo marcato, ma conto che si attenuerà con le prossime lavorazioni.




In seguito ho mascherato la fusoliera per dare l'Olive Drab superiore che caratterizzava questi velivoli.




Il giorno seguente ho mascherato nuovamente per le parti in nero e questo è il risultato dopo la "smascheratura".







Sono un po' perplesso sul contrasto tra le diverse superfici metalliche, ma mi sono basato su alcune foto e tutto sommato non mi dispiace. Ho cercato di contrastare la colorazione come nelle foto che riporto di seguito. In ogni caso credo che smorzerò un po' la differenza.






Sono quasi giunto al momento di iniziare ad attaccare qualche decal, attività che di solito mi tira su il morale, perché stencil e insegne varie contribuiscono a distogliere l'attenzione dalle piccole magagne e dai compromessi a cui ogni tanto bisogna piegarsi nella scala 1:72.
Quando vidi per la prima volta il bel foglio decal del kit, ebbi subito la sensazione che i fulmini da applicare ai serbatoi alari avessero qualcosa che non andava e soprattutto mi sembravano un po' grandi. Infatti nelle foto sembra che nell'insieme abbiano una forma "filante".






Ora che ho ritagliato il fulmine e lo ho potuto sovrappore la decal con il serbatoio, purtroppo ne ho avuto conferma.
Salta subito all'occhio che le linee diagonali del fulmine hanno un angolo eccessivo che porta la decal ad avvolgere il serbatioio.











OK, meglio così piuttosto che siano troppo piccole, ma avrei volentieri evitato questa correzione. 
Non mi resta che inventarmi un sistema per tagliare le due decal specciate in modo da mantenerne la simmetria.
Quindi mi aiuterò con le misure sul tappetino per ridurre l'angolo di inclinazione dei fulmini.






Ho ritagliato le decal come da programma e la cosa ha funzionato molto bene. 











Una volta applicate le decal, le dimensioni sono pressoché perfette e tornano molto bene con le foto, ma .....


... ho 3 diversi ammorbidenti: Microscale, Tamiya strong e Gunze. I primi due su queste decal equivalgono all'acqua. Il Gunze ha prodotto il risultato che si vede nella foto.
Vabbè, mi sono detto, che problema c'è? Lo sai per esperienza che all'inizio si comportano così, ma domani mattina sarà perfettamente distesa e aderente come fosse stata verniciata.
E invece no!


Le decal sono Cartograf, stampate con la consueta ottima qualità grafica. Però rispetto al solito sono un po' più rigide.




A forza di ammorbidente, prima per stenderle e poi per toglierle, le decal si sono praticamente fuse nel colore sottostante. Quindi non ho avuto altra possibilità che carteggiare fino a tornare alla plastica.









Per risparmiare un po' di tempo ho deciso di disegnarmi i fulmini al PC, prendendo la forma dalla scansione delle decal (con opportuna modifica).





Poi ho messo il nastro per la mascheratura sulla stampa che mi sembrava più comoda (quella vuota). Una volta ritagliati i profili, ho posizionato con un po' di pazienza il nastro sul serbaoio.
Per ottenere un rosso vivo ho dato prima un fondo bianco e successivamente il rosso.




Italeri ha dotato il grande foglio decal anche dei tipici frames bianchi in cui è diviso il grande canopy. Purtroppo però fra le parti bianche c'è il film trasparente e, dato che non volevo ritrovarmi a litigare con l'ammorbidente, ho deciso di ritagliarli uno per uno. Chiaramente bisogna stare atteni a tenerli in ordine, per non trovarsi poi con un rompicapo se non dovessero essere posizionati giusti.


Può essere d'aiuto per il posizionamento lasciare una piccola porzione del frame che interseca. Con questa foto ravvicinata ho notato delle orrende sbavature sulla parte anteriore del canopy, che a occhio nudo non avevo visto e dovrò riprendere.









Qui il risultato finale, dove si nota che Italeri ha dimenticato il frame centrale superiore, che ora dovrò riprodurre in altro modo. Tutto sommato non mi sembra male e, con qualche piccolo ritocco, penso che lo terrò così.





Avevo dimenticato di mostrare una parte del lavoro realizzato per l'aerofreno durante le pause di costruzione. Il kit offre due versioni e io ovviamente ho scelto quella con i fori, utilizzata nel mio soggetto.
Credo che sarebbe stato sufficiente un buon lavaggio a olio per rappresentare i fori, visto che sono in ombra sotto la fusoliera.
Cio nonostante, non ho resistito a forare il pezzo, utilizzando strumenti con cui ogni Sabrina, la mia amica dentista, si diletta ogni tanto nel torturare il sottoscritto. Poi per farsi perdonare me ne regala alcuni.
Già che c'ero. ho anche leggermente ridotto lo spessore del pezzo.





Complessivamente, le decal sono andate su bene e sono di ottima qualità di stampa.
Molto apprezzabile il fatto che il film è già ridotto al minimo, risparmiandomi il difficoltoso lavoro di ritaglio dei bordi delle decal. Il supporto è tutto sommato abbastanza fino, anche se purtroppo reagisce o troppo o troppo poco ai diversi ammorbidenti. Ho dovuto ritagliare e disporre in modo diverso alcune decal, la cui grafica non corrispondeva esattamente al soggetto, ma sono perfezionismi. Le decal che vanno a identificare i fori con i quadrati gialli hanno il film di supporto all'interno, che fa ritagliato una volta che hanno aderito bene.
In queste foto mancano ancora solo le decal sulla parte esterna dei serbatoi, perché voleno che la vernice fosse compeltamente asciutta. Ora non vedo l'ora di passare al lavaggio a olio e alla successiva finitura ad aerografo, con cui vorrei cercare di amalgamare meglio il tutto.








Gli ultimi passaggi per completare questo modello sono stati:

  • una serie di ritocchi, un po' a pennello e un po' ad aerografo, con relative mascherature volanti (con un biglietto da visita) e un po' con nastro. Quest'ultimo, maledetto, mi si è portato via un pezzo di coccarda (nonostante fosse sigillata con future). Per aggiustarla ho dovuto metterci una "pezza", nel senso che ho dovuto ritagliare un pezzo di decal della versione francese
  • il lavaggio a olio per evidenziare le belle pannellature del kit e per movimentare un po' le superfici in modo che non risultino troppo piatte
  • una passata con una soluzione di trasparente opaco sporcata con del grigio chiaro, al fine di armonizzare e uniformare le superfici e smorzare i contrasti delle decal. Anche per questo mi sono aiutato con una mascheratura mobile
  • Future a pennello sulle superfici che nelle foto risultano a specchio, come il bordo d'attacco delle ali e la presa d'aria
  • impolveratura delle gomme con pigmento.
Ora posso considerare finito il mio "F", primo metallico da me realizzato ad aerografo.
La reclusione dovuta al Covid-19 non mi permette di procurarmi una solida base per il Thunderjet e quindi per ora ci dovremo accontentare di una stampa.















© Michele Raus | Club Modellismo Più Trentino

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