Aeritalia G-91Y "Yankee"


 Dati Kit
ModelloAeritalia G-91Y Yankee    
Produttore, scala
  
Matchbox, scala 1/72 (vintage 1979)
  
 Cenni storici
Soggetto8-14
Forza, livrea8° Stormo, 101° Gruppo C.B.R.
Luogo e periodoCervia, 1976
Cenni storici
L'Aeritalia G-91Y, noto come Yankee (Y in codice NATO), era un cacciabombardiere bimotore con ala a freccia prodotto dall'azienda italiana Aeritalia negli anni sessanta. Era derivato dalla precedente versione G-91R di cui manteneva l'aspetto, con la differenza principale nell'adozione di un impianto bimotore e del conseguente aumento prestazionale e di capacità di carico bellico. La Y indicava la forma della presa d'aria, singola frontalmente, ma internamente divisa in due per alimentare i motori. Il prototipo dello Yankee volo per la prima volta nel 1966. Il G-91Y venne prodotto in soli 65 esemplari, perché, a differenza del precedente R, venne utilizzato solamente nell'Aeronautica Militare Italiana nel ruolo di supporto tattico ravvicinato e di ricognizione. Fu impiegato fino agli anni novanta, quando venne sostituito dal più moderno AMX (ma non a Cervia), negli Stormi Caccia Bombardieri e Ricognitori (CBR) dell'8º Stormo a Cervia e del 32º Stormo a Brindisi.
Per quanto riguarda il mio modello, ho deciso di realizzare uno Yankee del 101° Gruppo di Cervia alla fine degli anni '70, quando lo vedevo volare assieme agli F-104 di Rimini nei brevi periodi di vacanza al mare con la famiglia (avevo circa 10 anni). 
  
 Realizzazione
ProduzioneRealizzato da scatola con autocostruzioni (Seggiolino, accessori, decal)
ColorazioneColori acrilici ad aerografo e pennello, invecchiamento a olio
TempisticheGennaio. Ottobre 2018
Ambientazione
  

  
 Note
Ha partecipato alla "Campagna Easy" di Modellismo Più
  
 Foto del soggetto originale


 W.I.P. - La costruzione del modello

Ho deciso di cogliere l'opportunità della Campagna Easy di Modellirmo Più, perché tra le sfide proposte vi era la possibilità di riprodurre il primo kit dell'infanzia. Nel mio caso si tratta del vecchissimo Yankee della Matchbox, che penso sia ben noto a tutti i "vecchi" modellisti.
Questa scatola evoca bellissimi ricordi, con la finestra trasparente sul retro a far vedere le stampate in due colori!
Ha il "profumo" delle scatole di 40 anni fa e infatti si tratta di una novità Matchbox del 1979. Q
uando feci lo Yankee da bambino, non avevo ancora raggiunto il "livello colorazione" e quindi attaccai le decal direttamente sulla plastica. Ora cercherò di trarne il miglior risultato possibile per le mie capacità, ma comunque in modalità Easy.

Questo kit vintage non è ovviamente esente da critiche, ma bisogna riconosere a Matchbox che ha fatto un ottimo lavoro, basandosi su un soggetto della prima serie come si vede nella foto originale. Infatti il canopy è della prima serie, senza la bombatura che fu aggiunta solo successivamente, perché il pilota non riusciva ad attivare i maniglioni superiori di eiezione, che appoggiavano sul vetro. Si noti anche che sono assenti le gabbie di protezione dei cannoncini.

Venendo alle stampate, ecco le foto del contenuto del kit. Si tratta di una serie di kit degli anni '70, che uscivano in due colori. Avevo montato anche un F-104 azzurro con le ali bianche, oltre a un Tempest marrone/nocciola. Ricordo che da bambino apprezzavo moltissimo la cosa, perché dopo pochi minuti (e tanta colla UHU che faceva fili dappertutto) il divertimento era assicurato, senza preoccuparsi della colorazione. A pensarci oggi sembra strano, ma al laboratorio di modellismo per bambini che organizziamo ogni anno con il Club M+ Trentino ci riconosciamo facilmente nella fretta dei ragazzini che vogliono vedere l'aereo prendere forma, senza preoccuparsi della qualità del risultato. Ed è giusto così: ad ogni età la giusta interpretazione del modellismo.
Ma bando alle chiacchere, ecco le 3 stampate fornite nel kit:

Si notino i trasparenti, con il canopy spesso 1 mm e il mitico supporto che consentiva di esporre l'aereo on volo. Purtroppo nel corso degli anni la velina che era appoggiata al foglio decal vi si era incollata e al momento di staccarla sono rimasti dei pezzi appiccicati alle decal (o viceversa). Comunque ci penserò al momento di utilizzarle e magari proverò a recuperarle.

Come sempre, il lavoro inizia separando i pezzi principali dalla sprue con il conseguente lavoro di pulizia. Devo dire che, nonostante si parli di un kit decisamente vintage, le stampate sono molto pulite e la plastica è della consistenza giusta per poterla lavorare. Chiaramente, con il primo esame dei pezzi saltano fuori anche le prime magagne, la più evidente delle quali è la pressoché totale assenza degli interni.

L'unica cosa con una parvenza di realismo è il pannello strumenti (che non è in foto). Quello che si vede in foto è tutto ciò che è fornito nel kit. D'accordo che siamo nella Campagna Easy, ma è chiaro che, anche se il canopy sarà chiuso, mi piacerebbe che si potesse intravvedere qualcosa di più che una massa informe di plastica. Quindi ricorrerò alla banca dei pezzi per cercare di riprodurre in "modalità easy" quello che dovrà assomigliare a un seggiolino eiettabile Martin Baker MK-WY6A-M (se non erro).
Ho trovato questi rimasugli che penso venissero da un paio di kit Amodel e cercherò di modificare i pezzi per farne un simulacro che accontenti l'occhio.

Ho affrontato un'autocostruzione con materiali di recupero, partendo da una base di un seggiolino basilare e sfruttando alcuni pezzi di plastica avanzati a altri kit, modificandoli nella forma per adattarli allo scopo. Una volta sagomata un po' la plastica basilare del kit e assemblati i pezzi di recupero, il risultato è questo. 

La fase successiva mi ha visto colorare le varie parti a pennello (con finitura a pennello asciutto) e creare gli accessori mancanti. Le cinture sono fatte con la stagnola del tappo di uno yogurt, colorate come quelle del seggiolino. I cavi giallo-neri di eiezione sono fatto con un filo di metallo sagomato. La targhetta rossa è realizzata con un ritaglio di decal avanzata da altri kit (non butto mai niente). Il tutto, in modalità "easy" ha richiesto un paio d'ore di lavoro e il risultato .

Obiettivamente, forse sarebbe stato più facile acquistare un seggiolino in resina dal costo di 4-5 Euro, ma mi sarei sentito meno "modellista" e più assemblatore di oggetti prodotti da altri e quindi sono contento così.
Nelle prove a secco il seggolino autocostruito si inserisce ottimamente nell'abitacolo e quindi sono andato avanti con gli interni. Anche se si vedrà veramente poco, ho voluto riprodurre un po' di strumentazione, forzando volutamente i contrasti. La strumentazione frontale è fatta con una vecchia decal avanzata da chissà quale kit, che ho ritagliato a misura per adattarla. Quella laterale è realizzata con ritagli di decal nera dipinti poi con un pennellino.
So che ai puristi dello Yankee verrà un malore, ma siamo nella Campagna Easy in scala 1:72 e quindi spero che col tempo mi perdoneranno.

Intanto che si asciuga la colla vinilica che terrà fermi i pesetti di piombo nel musetto dello Yankee, ho sfruttato il poco tempo a disposizione per tagliare i flap dalle ali. Infatti, stando alle foto e alla testimonianza di un pilota, i flap venivano abbassati in fase di spegnimento dei turbogetti.
Il lavoro non è dei più semplici, perché bisogna stare attenti a non rovinare le parti, ma con un po' di pazienza il lavoro viene bene.

Nelle foto d'epoca degli aerei operativi gli slat sono solitamente estesi, mentre nei walk around dei soggetti "parcheggiati" sono retratti; i flap invece sono abbassati comunque. In ogni caso, con tutta la buona volontà, stiamo parlando del G-91Y della Matchbox in scala 1/72 e non mi sembra proprio il caso di martoriare questo vecchio kit vintage per poi autocostruire gli slat abbassati. Quindi opterò per una configurazione ibrida (o da museo), che darà movimento al soggetto senza buttarsi in modifiche che forse nessuno ha mai azzardato in 1/72.

Una volta chiusa la fusoliera e posizionato il canopy, ho iniziato il fastidioso (almeno per me) lavoro di stuccatura e lisciatura, che richiederà molto tempo e ancora più pazienza.
Qui una foto delle superfici superiori e una delle inferiori, ma in galleria ci sono tutte le viste.

Intanto, tra una lisciatura e l'altra (l'ho detto che non sopporto?) ho messo mano anche ai flap, che avevo preventivamente ritagliato dalla porzione superiore delle ali. I flap hanno uno scalino, che si nota molto nel momento in cui si vogliono incollare nuovamente nella posizione abbassata. Quindi l'unica soluzione è aggiungere uno spezzone di sprue filata (la parte rossa), che, una volta stuccato il piccolo recesso rimanente, va a creare la forma arrotondata corretta dei flap.

Dopo diverse sessioni di stuccatura e carteggiatura, e dopo aver opportunamente mascherato il canopy, finalmente sono arrivato ad avere un modello primerizzato. Devo dire che è un sollievo vederlo finalmente in tinta unita, invece che nella plastica bicolore e con tutti i segni delle stuccature.

Il passo successivo è il preshading, che ho dato ad aerografo utilizzando un colore nero verdastro che acquistai per errore tempo fa e che in questo caso mi sembra anche il più opportuno, in considerazione della livrea finale.

Ecco le superfici inferiori metallizzate. A parte il pre-shading, ho applicato anche un leggero post-shading, dando leggere velature di alcool leggermente sporcato con un nero Tamiya, con l'aiuto di una mascherina volante.
In questo modo volevo dare un po' di movimento alla superficie, che altrimenti sarebbe stata troppo piatta. L'effetto mi sembra abbastanza convincente. 

In questo caso ho pensato di utilizzare il semplice nero perché volevo nello stesso tempo ottenere un effetto di smorzamento dell'effetto "metallo". Infatti, oltre a fare le ombreggiature (mascherando con un cartoncino volante) ho anche voluto opacizzare e scurire un po' il tutto e pensavo che questo potesse essere un buon metodo. Il risultato per ora mi sembra abbastanza soddisfacente, ma prima di cantare vittoria la superficie dovrà passarne tante, tra cui la mascheratura, le decal, il lavaggio e la finitura finale. Tra l'altro con questo Yankee sto utilizzando colori "alternativi" acrilici fornitimi da un amico che lavora con i pigmenti e quindi potrei anche avere sorprese.

Ed ecco lo Yankee con la pancia al caldo, in attesa del primo colore della mimetica. In passato mi limitavo a mascherare solo i bordi, ma con l'aerografo il colore è volatile e, dopo alcune esperienze in cui mi sono trovato a fine lavoro con aloni di colore dove non dovevano esserci, ho deciso di investire un po' più di tempo e togliermi il pensiero.

Dopo aver mascherato con cura le superfici inferiori, ho dato il primo colore, che come sempre è il più chiaro. In questo caso si tratta del RAL 7012 che restò in uso del 1964 al 1980 (e un po' oltre, fino ad esaurimento scorte).
Come si vede dalle foto, ho steso il colore solo nelle aree dove si trova il grigio e non su tutto il velivolo. Ovviamente ho sbordato quel minimo che servirà per poi sovrapporre il verde successivo.
Non ho dato il grigio su tutte le superfici, perché altrimenti questo renderebbe di fatto inutile il preshading sotto al verde, perché sarebbe completamente coperto con il doppio colore.

Dopo aver atteso 24 ore che il colore fosse ben asciutto, ho applicato le mascherature per dare il secondo colore della mimetica. Per l'andamento corretto mi sono basato sulle foto storiche, perché ho scoperto che alcuni soggetti arrivati fino ai nostri giorni hanno mimetiche con forme diverse rispetto agli originali, o quanto meno rispetto al mio soggetto.

Ecco di seguito le foto della situazione dopo la seconda sessione di aerografia.
Il verde è il RAL 6014, che come il grigio è rimasto in uso dal 1964 al 1980 e poco più.
Questa tinta mi ha fatto passare un momento di panico, perché con le prime velature aveva un colore giallo che somigliava molto a quello del nastro di mascheratura. Poi però, con le velature successive, è venuto fuori il colore verde che si vede ora. Forse è lo stesso motivo per cui mi sembra che questo colore con l'invecchiamento tendesse al marrone/giallino.

Tolte le mascherature delle superfici superiori, il risultato è buono e, soprattutto, non ho avuto alcun problema di distaccamento della vernice. Questo significa che la grande quantità di future nel colore ha dato forza allo stesso e questo mi fa ben sperare anche per le superfici inferiori.
Ora sono passato al lavoro delicato delle mascherature per il colore nero e di alcuni piccoli ritocchi, dove il colore verde è riuscito a infiltrarsi sotto al nastro (colpa mia, che ogni tanto mi avvicino troppo con l'aerografo).

Nottetempo ho tolto le mascherature con un po' di apprensione, perché negli ultimi kit ho sempre avuto qualche problemino di vernice che rimaneva attaccata al nastro. Devo dire che invece non è mai andata bene come questa volta: nessun episodio di distacco della vernice.

Ho dovuto invece affrontare un altro problema, relativo a un fastidiosissimo (almeno per me) effetto "buccia d'arancia".
Per eliminarlo ho dovuto passare la "stoffa vetrata" da 800 su tutte le superfici interessate e poi dare una nuova mano di future e ora sono più soddisfatto.

Ed ecco la pessima sorpresa: tolta finalmente anche la mascheratura del canopy, ho scoperto che nel frattempo sotto è successo un disastro. Non riesco a spiegarmi cosa possa aver creato tutto quello sporco sui trasparenti, perché quando avevo chiuso il canopy era perfetto e l'avevo preventivamente trattato con la future.
L'unica possibilità che mi viene in mente è che siano entrate da qualche fessura delle impurita della carteggiatura e che queste si siano attaccate alla future del canopy.
Comunque non si può proprio vedere.

Non mi resta altro che togliere il canopy, che fortunatamente è incollato con la vinanil, ma poi ovviamente è stato stuccato con Mr. Surfacer 1000. Ho fatto un'incisione più precisa possibile con una lama del cutter e il risultato è questo. Ho messo la luce in modo da rendere evidente la grande quantità di sporcizia all'interno del trasparente.

Ora ho messo il canopy nel Chante Clair per sverniciarlo dal colore e dalla future e cerco di non pensarci.
Certo è che questo influisce non poco sul ruolino di marcia, perché devo ripartire con il lavoro su tutta la parte anteriore.
Una volta pulito e rimesso al suo posto il canopy, ho dovuto rimascherare tutta la zona per poter ridare il colore grigio, Ne ho approfittato per riprendere anche diversi punti in cui il colore non mi aveva convinto.

Nel frattempo ho anche messo mano ai serbatoi alari, unico carico che appenderò alle ali. La forma non è corretta, perché quelli originali erano un po' più "appuntiti", ma questo passa il convento. Per migliorarne un po' l'estetica, ho assotigliato le ali dei serbatoi e ho aggiunto le alette verticali che nel kit mancavano.

Questo il G-91Y di Cameri di cui avevo fatto un walk around lo scorso anno, da cui avevo anche dedotto che il verde RAL 6014 con l'invecchiamento tende al giallo.

Ora si va di decal e dovrò fare un lavoro di collage. Infatti il foglio decal originale è abbastanza rovinato e un amico (grazie Guido!) mi ha passato un ritaglio di quelle del suo kit. A queste ho giunto alcune piccole decal di dettaglio che mi ero disegnato anni fa. Le sfumature bianche che si vedono sull'azzurro sono causate da un tentativo di pulire le decal dai pezzi di velina che si erano attaccati col passare degli anni. Su alcune ha funzionato e su altre no. Poi per sicurezza ho dato una pennellata di Liquid Decal Film della Microscale, per non avere sorprese.

Nonostante la scala 1:72, consiglio sempre di ritagliare al massimo i bordi delle decal, perché la fatica fatta viene sempre ripagata con un effetto molto più realistico. In questo caso ero tentato anche di separare i singoli numeri, ma poi ho deciso di prenderla "easy". 

Finita l'applicazione delle decal, ecco come si presenta lo Yankee, tutto lucido.

Finalmente sono arrivato all'opacizzazione del G-91. A parte il dielettrico aggiunto grazie al consiglio di Paolomaglio, ho deciso di schiarire leggermente le parti interne dei pannelli. Questo perché le fasi di correzione di riverniciatura che si erano rese necessarie in alcuni punti sia per il rifacimento del canopy, sia per alcune correzioni, avevano attenuato troppo il preshading e la livrea risultava un po' piatta.

Mancano solo alcuni piccoli dettagli, come il tubo di pitot sull'ala di sinistra (riprodotto con due spezzoni di ago da siringa di misura diversa) e il compartimendo del parafreno sul retro (fatto con un pezzo di stampata avanzato).

L'ultimo passaggio obbligato per il completamento con soddisfazione di questo kit è stato un ulteriore passaggio a olio (su fondo opaco). Era per ridare il movimento alla struttura, che di solito si fa con il preshading, ma in questo caso si era un po' perso. Per ottenere l'effetto voluto ho utilizzato un pennellino per tirare linee con l'olio e uno pulito per sfumarle. Guardando le foto del passaggio precedente si nota facilmente la differenza e quanto secondo me il risultato sia più convincente. Ora posso considerare il modello finito, ma resta da imbasettarlo e poi eventualmente ambientarlo.

Con queste ultime foto del modello imbasettato posso considerare conclusi i lavori su questo kit vintage, che ho cercato di riprodurre al meglio delle mie possibilità. Come sempre, mi sarebbe piaciuto fare di meglio, ma nel complesso sono soddisfatto.


© Michele Raus | Club Modellismo Più Trento

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