Modello | Cessna O-1A "Bird Dog" | |
Produttore, scala | Airfix, scala 1/72 | |
Cenni storici | ||
Soggetto | Cessna O-1A pilotato dal Maj. Buang Lee, con moglie e 5 figli | |
Forza, livrea | RVNAF - Republic of Vietnam Air Force | |
Luogo e periodo | USS Midway (CV-41), Vietnam, 29 aprile 1975 | |
Cenni storici Nell'aprile 1975, fu avviata l'Operazione Frequent Wind, che prevedeva un'evacuazione di massa di tutti i cittadini americani e di quanti più possibili militari sudvietnamiti (e delle loro famiglie) prima della presa di Saigon da parte dell'esercito nordvietnamita. Infatti, era abbastanza scontato che i civili sudvietnamiti che avevano collaborato con gli americani fossero destinati a morte certa, così come gli ufficiali delle forze armate del sud. L'unica possibilità di salvezza era rappresentata dalle navi americane che erano accorse al largo del Vietnam per evacuare i cittadini statunitensi. Il 29 aprile, il maggiore dell'aeronautica sudvietnamita Buang Lee capì che l'unico modo di salvare la sua famiglia era di caricare la moglie e i cinque figli su un piccolo Bird Dog (velivolo per 3 persone) e dirigersi al largo per cercare di raggiungere in qualche modo una nave americana, ammarando e nuotando fino alla salvezza. Lui e la moglie con il più piccolo in braccio trovarono posto nell'abitacolo, mentre gli altri quattro figli vennero "stivati" nel compartimento bagagli. Fortunatamente, il maggiore riuscì a scorgere rapidamente il gruppo della portaerei USS Midway, ma il contatto fu complicato dall'impossibilità di comunicare con la radio del velivolo, che era guasta. Quindi il pilota fu costretto a scrivere a mano un messaggio su una piccola mappa avvolta attorno alla sua pistola d'ordinanza, che fece cadere sul ponte della nave: "Potete spostare quegli elicotteri dall'altra parte, così posso atterrare sulla vostra pista? Posso volare ancora per un'ora, abbiamo abbastanza tempo per spostarli. Per favore salvatemi. Maggiore Buang, moglie e 5 figli". Considerato che l'eventuale ammaraggio del piccolo velivolo accanto alla portaerei avrebbe lasciato poche speranze di sopravvivenza alla famiglia, il capitano Chambers, che comandava la portaerei, si assunse la responsabilità di far sgomberare parte del ponte per consentire il difficile tentativo di atterraggio. Circa 10 milioni di dollari di elicotteri sudvietnamiti furono gettati nell'oceano per liberare la porzione di pista necessaria per il tentativo di appontaggio. Furono anche rimossi i cavi di arresto, in cui il piccolo Cessna si sarebbe "inciampato" e fu aumentata la velocità della nave, per dare qualche possibilità in più alla riuscita dell'operazione. Buang Lee portò il Bird Dog al limite dello stallo e fece un appontaggio perfetto tra le urla e le grida dell'equipaggio riunito sul ponte. Buang Lee e la sua famiglia uscirono tremanti dal Bird Dog e furono portati subito all'interno dell'isola della nave tra i festeggiamenti per il salvataggio. L'appontaggio del piccolo Bird Dog sulla USS Midway è passato alla storia come l'unico appontaggio di un velivolo di questo genere, senza alcuna abilitazione né gancio di arresto , su una portaerei. Buang Lee e la sua famiglia vivono tutt'ora negli Stati Uniti e partecipano alle commemorazioni sulla USS Midway, che è diventata un museo a San Diego. |
||
Realizzazione | ||
Produzione | Realizzato da scatola con autocostruzioni | |
Colorazione | Colori acrilici ad aerografo e lavaggio a pennello | |
Tempistiche | Dicembre 2024 - Febbraio 2025 | |
Ambientazione | ||
Note | ||
Partecipa alla Campagna "50° Vietnam 2025" di Modellismo Più. | ||
Foto del soggetto originale | ||
W.I.P. - La costruzione del modello | ||
Il
kit che utilizzerò per realizzare questo aereo è l'Airfix A01058, il cui stampo fu realizzato nel 1972 e quindi 3 anni prima dell'evento che ho raccontato. Il mio kit è la ristampa del 2008. Devo dire che a un primo esame sommario le stampate sembrano di discreta qualità. Tra le decal si trovano anche le insegne per un soggetto della RVNAF, ma ho deciso di rifarle, visto che comunque mi servono i codici FDD del mio soggetto. Ho iniziato a staccare i pochi pezzi dalle sprue e ci è voluto poco a notare che il kit presenta alcune caratteristiche che fanno ricordare che è stato concepito 51 anni fa. I segni degli estrattori sono ben visibili, sia in rilievo che in recesso, in posizioni decisamente visibili. Come non notare poi il marchio Airfix con copyright e data di produzione nell'abitacolo? Quindi si parte subito con cutter, carta abrasiva e stucco, come nella mia migliore tradizione. L'aereo in 1:72 è molto piccolo, con un'apertura alare di poco più di 14 cm e una lunghezza di circa 10 cm. L'abitacolo ha una lunghezza di 3,5 cm, ma le vetrate sono sufficientemente ampie. I trasparenti forniti sono abbastanza spessi, come si faceva negli anni '70, ma fortunatamente trasparenti. Quindi penso abbia senso investire un po' di tempo nel riprodurre ciò che forse si potrebbe vedere a modello finito. Tornando alla storia, l'aereo aveva due posti in tandem. Da
ciò che ho capito dalle note storiche, Buang Lee ovviamente sedeva al
posto del pilota, la moglie sedeva sul divanetto dietro di lui con il
bimbo più piccolo in braccio, mentre gli altri quattro figli erano
sistemati tra il suo schienale e la paratia posteriore. Per
quanto riguarda il dettaglio dell'abitacolo, partendo dalla fiancata
sinistra, sulla paratia posteriore ho praticato una piccola apertura in
alto, da dove usciranno le cinture di ritenzione per il divanetto
posteriore. Sulla fiancata ho ricreato il tubo di rinforzo che sta sotto al lunotto posteriore, della strumentazione e il maniglione sulla sinistra del pilota. La fiancata destra aveva un paio di portadocumenti, già stampati da Airfix, a cui ho aggiunto il tubo di rinforzo e la maniglia del portello. Sulla parte del pianale ho assottigliato le gambe del sedile del pilota (anche se non si vedranno) e ho riprodotto il tubo passante centrale e la cloche, completamente mancanti nel kit. Nella parte inferiore del pianale dell'abitacolo vanno incollati i due tubi di scarico. Visto che i due moncherini pieni non mi sembravano molto convincenti, li ho sostituiti con due spezzoni di ago da 0,7 mm a cui ho allargato il foro. Nel tentativo di riprodurre quanto forse si vedrà dall'esterno, ho colorato le parti metalliche con il verde anticorrosione, i rivestimenti con un verde più scuro, le maniglie gialle, la batteria e l'estintore dietro al sedile del pilota in rosso. In questa foto si vede che ho iniziato a ricreare le cinture di ritenzione, ma mi mancano quelle superiori del pilota, perché avevano un sistema abbastanza complesso con punto d'aggancio a terra e rinvio tramite una specie di maniglia che pendeva dal soffitto. Nelle foto seguenti, il sistema delle cinture completo per entrambi i posti, la cui produzione mi ha obbligato a incollare le ali prima di chiudere la fusoliera. Finalmente è giunto il momento di chiudere la fusoliera e sono contento che le vetrature lascino vedere buona parte del lavoro fatto sugli interni, anche se a occhio nudo ci vuole buona vista. La fusoliera necessita di stuccatura, così come i piani di coda. In questa foto si vede che ho già sistemato i montanti delle ali, ma il problema di questo kit è più che altro dato dai bracci del carrello, che hanno solo un piccolo scalino a cui appoggiarsi. Tra l'altro, la forma del punto di attacco non è adatta a mostrare l'inclinazione corretta del carrello e quindi va modificata. Per incollare i bracci nella posizione corretta e soprattutto simmetrica, ho sistemato il piccolo aereo in equilibrio sulla vaschetta di plastica (recuperata da una confezione di verdura) che utilizzo normalmente per sistemare i vari pezzi, una volta staccati dalla sprue. Dopo una mascheratura un po' complessa dei trasparenti, finalmente il primer! E finalmente si passa alla fase che preferisco, quella dell'aerografo. Prima parte riservata al pre-shading. Successivamente ho dato il colore base definito "White FS 36622", che è un
light grey, per cui ho utilizzato il Lifecolor UA-021. Come sempre, ho
lasciato solo una parvenza di pre-shading, perché è solo per dare un
minimo di movimento alle superfici, per evitare "l'effetto plasticoso" o
"giocattoloso" al modello. Tolte
le mascherature ai trasparenti, sorprendentemente non ci sono state
infiltrazioni di colore o altri malanni e quindi ho potuto subito
mascherare per l'antiriflesso nero sul musetto. Ho applicato le poche decal necessarie per il piccolo velivolo vietnamita. Come previsto, l'applicazione della scacchiera alla base della coda è stata un po' complessa, perché lo spessore della decal autoprodotta rende difficile l'adattamento alla forma. Comunque in qualche modo ne vengo fuori. Invece, creando la divisione verticale del parabrezza, mi sono accorto di un difetto nella giunzione tra il vetro e il tettuccio e quindi ho stuccato nuovamente e dovrò riverniciare quella parte (accidenti alla mia mania di esaminare i dettagli in 1:72 con gli occhiali ingranditori). Ora il
Bird Dog è unto e bisunto per il lavaggio a olio. Oltre a evidenziare i
dettagli e i volumi, spero anche di riuscire a dargli un aspetto un po'
vissuto. Dopo
alcuni giorni, ho rimosso l'olio in eccesso con striscioline di scottex
e un cottonfioc. Ho lasciato appositamente strisciate e aloni, perché
nelle foto d'epoca si vede che l'aereo era un po' trascurato, cosa del
tutto plausibile, visto come si erano messe le cose a Saigon. Ho iniziato anche a studiare le antenne in dotazione, che nelle foto sembra fossero diverse da ogni altro Bird Dog che ho visto (interessante, anche perché la radio non funzionava proprio). Dato che uno dei due bracci del carrello si è già spezzato 3 volte e che alla quarta rischio la scomunica, ho deciso che finirò il piccolo Bird Dog quando sarà incollato alla basetta, in modo che il rischio di una nuova frattura sia ridotto. Quindi sono passato all'ideazione della basetta che ospiterà il velivolo e mi sono fatto ispirare da un paio di foto trovate in rete, che mostrano l'O-E1 ancorato su portaerei. Quindi, recuperata una base di legno che nella vita precedente era una targa commemorativa, la ho dipinta di nero. Però l'effetto non era molto realistico per rappresentare il ponte di volo della USS Midway, a causa delle venature del legno che erano ancora molto visibili in controluce. Per risolvere il problema ho creato una poltiglia con grigio Vallejo 70816, colla vinilica e borotalco, in modo da ottenere sia un colore un po' realistico, sia un effetto meno piatto e uniforme, sia una superficie vissuta. Per realizzare la superficie del ponte di volo, ho trovato in rete l'immagine di una porzione, la ho scalata in 1:72 e la ho inclinata e posizionata in modo da poter ospitare il velivolo senza che sbordi dalla basetta e poter sistemare anche una didascalia. La tentazione di cavarmela a buon mercato incollando la stampa alla basetta era fortissima, anche perché devo ammettere che il risultato con sopra l'aereo era molto piacevole. Il primo passo è stata la mascheratura della superficie e la realizzazione ad aerografo della segnaletica orizzontale. Dopo aver segnato con una punta la posizione dei 28 tipici pozzetti presenti nella porzione, ho realizzato dei fori con una punta da trapano. Successivamente, ho creato le "conche" arrotondate con una fresa sferica da dentista a 2 mm. Ora si presentava il problema della realizzazione di quelle che devo chiamare impropriamente "griglie di ancoraggio" che chiudono la superficie dei pozzetti. So bene che esistono delle fotoincisioni aftermarket, ma il mio proverbiale braccino e la fretta di finire il modello mi hanno fatto desistere. La soluzione più pratica mi è stata offerta dalla griglia in metallo fornita nel primo numero dell'Alfa Romeo Giulia Sprint GTA 1/8, da cui ho ritagliato con pazienza le croci che mi servono per i pozzetti. Una volta dipinto l'interno dei pozzetti, con la vernice ancora fresca ho posizionato le griglie metalliche. Poi ho forato un cartoncino con un diametro leggermente superiore per aerografare la cornice esterna dei pozzetti. Ulteriore passaggio la stesura dell'opaco trasparente a cui seguiranno qualche macchia d'olio e la targhetta con la didascalia. Dopo aver dipinto il Beacon rosso situato sotto alla fusoliera e realizzato gli strani blocchi delle ruote utilizzati sulla portaerei, ho incollato al sicuro il Bird Dog sulla basetta. Quindi sono passato alla realizzazione dei dettagli mancanti, tra cui ora ricordo le luci verde e rossa di navigazione sulle ali (simulando le calotte trasparenti con vinavil), il cablaggio dei freni al carrello anteriore, le curiose antenne FM situate sui piani di coda, l'antenna filare che parte dalla deriva fino alla parte destra del canopy, la lunga antenna situata sulla parte sinistra del canopy e quella più piccola sulla fusoliera, dietro all'abitacolo. Ora inizia la complessa realizzazione dei tiranti con cui il piccolo aereo era saldamente ancorato ai pozzetti sulla pavimentazione del ponte di volo. Dalle foto sembra che i cavi fossero delle catene, ma non ho catene in scala 1:72. La simulazione che mi convince maggiormente rispetto alle foto è il filo da cucire dipinto in metallo e ora si tratta di fare il lavoro degli operatori sul ponte. Le ultime modifiche mi hanno fatto rendere conto che avevo sbagliato la
didascalia sulla basetta, dove prima era indicato O-1E a causa di un
errata informazione, mentre l'aereo era un O-1A (L-19A) con una sola
coppia di pod subalari. Come ultima nota, per
riprodurre il cartone che protegge la fusoliera dal cavo posteriore ho utilizzato un ritaglio della una borsa di carta del più noto
fast food americano (restando in tema yankee), opportunamente bagnata per
sagomarla meglio. Sono felice di aver partecipato alla campagna commemorativa dei 50 anni dalla fine della Guerra del Vietnam con un soggetto che è passato alla storia proprio nel 1975. Sono contento anche di aver reso omaggio a un giovane pilota che è riuscito a salvare la propria famiglia in modo coraggioso e rocambolesco, appontando ottimamente con un velivolo non pensato per quell'operazione e in condizioni decisamente sfavorevoli. In conclusione, un kit che mostra gli anni dello stampo, tutto sommato piacevole da realizzare, ma non facile da personalizzare e rendere realistico. Ecco le foto del modello finito e assicurato saldamente alla base. | ||
© Michele Raus | Club Modellismo Più Trentino
|
Cessna O-1A "Bird Dog" - Un appontaggio per la salvezza
Iscriviti a:
Post (Atom)