P.180 "Avanti" II




 Dati Kit
ModelloPiaggio P.180 "Avanti" II    
Produttore, scala
  
Amodel, scala 1/72
  
 Cenni storici
Soggetto12-01
Forza, livrea2° Nucleo Aereo Guardia Costiera
Luogo e periodoCatania, 2013
Cenni storici
Il Piaggio P.180 Avanti II è un velivolo leggero a medio raggio caratterizzato da alte prestazioni e da relativi bassi consumi. Nell'ambito della Guardia Costiera viene prevalentemente impiegato per il pattugliamento dei confini nazionali e per il monitoraggio dei flussi migratori che interessano il bacino Mediterraneo.
Il P.180 nasce come aereo da trasporto executive da 6 o 9 passeggeri (a seconda dell'allestimento), progettato e costruito dall'italiana Piaggio Aerospace. Attualmente si tratta dell'unico aereo al mondo disegnato, sviluppato e certificato con una configurazione a tre superfici portanti, prodotto in serie.
L'Avanti è spinto (letteralmente) da due motori turboelica installati sulle ali rastremate in posizione arretrata, dietro la cabina passeggeri. L'impennaggio a T e le ali anteriori dotate di ipersostentatori costituiscono le altre due superfici portanti.
Questa particolare configurazione delle superfici alari, brevettata con il nome "Three-Lifting-Surface Configuration" (3LSC), consente a tutte e tre del superfici di fornire portanza, a differenza di quanto accade negli altri velivoli.
La propulsione con eliche spingenti, ripresa dai precedenti Piaggio P-136 e P-166, ha l'obiettivo di abbassare i livelli di rumorosità in cabina, in quanto i dischi di rotazione delle eliche si vengono a trovare più indietro rispetto alle zone occupate dai passeggeri. Questa scelta progettuale dà all'aereo una particolare impronta sonora, particolarmente "acuta", causata dall'interferenza aerodinamica degli scarichi motore con le eliche stesse.
L'Avanti II ha tra le novità una nuova versione del motore PT-6, che gli consente di aumentare la velocità massima di 11 nodi, di alzare il peso massimo al decollo (con incremento di autonomia e carico utile) e contemporaneamente di abbassare il consumo di carburante. Tra le altre modifiche apportate all'Avanti II c'è l'adozione della strumentazione digitale (glass cockpit) che permette di visualizzare su tre schermi LCD tutte le informazioni di navigazione, motori, sistemi e comunicazione.
Tra le numerose caratteristiche apprezzate dell'Avanti spicca la capacità di operare da una pista di un solo chilometro di lunghezza.
Per quanto riguarda la diffusione, oggi più di 200 esemplari di questo velivolo italiano volano in Europa, Nord e Sud America, Medio Oriente, Cina. Numerosi esemplari sono operati da Forze Armate ed Enti dello Stato Italiano: Aeronautica Militare (15 velivoli), ENAV (4 velivoli attrezzati per radiomisure), Esercito (3 velivoli), Marina Militare (3 velivoli), Polizia di Stato (3 velivoli), Corpo dei Vigili del Fuoco (2 velivoli), Guardia di Finanza (2 velivoli), Protezione Civile (2 velivoli), Corpo Forestale dello Stato (1 velivolo), Carabinieri (1 velivolo) e l'esemplare della Guardia Costiera successivamente modificato con l'installazione di apparati di sorveglianza FLIR ad infrarosso per meglio assolvere ai compiti istituzionali di pattugliamento e monitoraggio.

  
 Realizzazione
ProduzioneRealizzato da scatola con autocostruzioni
ColorazioneColori acrilici ad aerografo e pennello, invecchiamento a olio
TempisticheGennaio - Ottobre 2017
Ambientazione
  

  
 Note
Ha partecipato alla campagna di Modellismo Più 2017 "Ricognitori, esploratori e Scout"
  
 Foto del soggetto originale




 W.I.P. - La costruzione del modello

Il kit di partenza è il nuovo Amodel prodotto nel 2015. Per la scelta del produttore, qui qualcuno mi darà del masochista in fase terminale, visto che ho appena finito l'Antonov sempre Amodel. Si tratta di kit che ti costringono a farti letteralmente guadagnare il modello pezzo per pezzo, ma danno anche grandi soddisfazioni (almeno per me è così). 

Non ho ancora avuto modo di pettere mano ai pezzi per fare delle verifiche, ma bisogna quantomeno ammettere che il kit sembra pen pensato e accessoriato. Amodel offre in box la possibilità di realizzare sia la versione Avanti che la Avanti II, offrendo nelle decal il doppio tipo di strumentazione (analogica e digitale, con i tre grandi schermi LDC). Anche gli interni sono ben accessoriati, dando la possibilità di realizzare la versione executive (con divani e poltrone) o la versione da trasporto personale, con 7 posti a sedere disposti fronte marcia come sui liner, con buoni dettagli. Una chicca è la disponibilità dei tappi per coprire le prese d'aria dei motori in parcheggio. Le decal offrono due versioni: una italiana per riprodurre uno dei velivoli in carico alla nostra Marina Militare e una spagnola per una versione executive. Nel complesso si tratta di un kit short run, ma a prima vista le stampate mi sembrano migliori delle "normali" Amodel a cui mi sono un po' abituato.

Ecco le foto delle stampate su cui non vedo l'ora di mettere le mani.




Gli interni del P.180 Avanti, che mi hanno sorpreso positivamente per dettaglio e opzioni.
Infatti è possibile scegliere l'allestimento con divani e poltrone (per realizzare l'executive spagnolo), oppure la configurazione a 7 sedili simile a un liner (per realizzare il velivolo della Marina). Io naturalemnte ho scelto la seconda opzione, che corrisponde anche al 12-01 della Guardia Costiera.

I sedili sono composti ognuno da 5 pezzi: uno per la seduta/schienale, due braccioli e due gambe (posterò le foto in seguito). 


I 7 sedili del vano passeggeri dell'Avanti sono completati e ora sto procedendo all'allestimento degli interni.
Per chi si trovasse a montare lo stesso modello, mandano le indicazioni sulla posizione delle gambe dei sedili. Infatti ho notato solo dalle foto che le gambe sono posizionate in modo insolito: quella verso la corsia di passaggio è fissata sull'esterno del sedile, mentre l'altra è nel centro. Se non si posizionano in questo modo i sedili non possono essere installati al loro posto.
Ecco come si presentano.


Ho cercato di riprodurre anche l'apparecchiatura di gestione dei dati presente nel vano passeggeri. Sono partito sagomando un pezzo di legno. Dopo averlo sagomato per riprodurre la forma particolare, ho dato una mano di MrSurfacer per livellare le imperfezioni. Poi ho concluso con la vernice e dei ritagli di decal nera. A occhio nudo e col visore mi sembrava, mentre in foto sono evidenziate tutte le imperfezioni, ma pazienza.


Ed ecco gli inerni dei due vani del P.180 finiti, in attesa di essere inseriti nella fusoliera. Non si vedrà assolutamente nulla, ma per principio ho comunque applicato un leggero lavaggio e dry brush.


Nella foto precedente, da notare il pezzetto di plastica nella parte destra dietro alla paratia, che serve per posizionare correttamente il gruppo nella semifusoliera destra: secondo me un notevole passo avanti nella qualità da parte di Amodel.
Questa è invece la cabina di pilotaggio.


Purtroppo in questo caso devo segnalare un notevole passo indietro di Amodel per quanto riguarda le decal. Il kit è molto recente, perché mi sembra sia stato prodotto non più di due anni fa. Purtroppo la decal della strumentazione si è subito rotta in diversi pezzi. Ovviamente non si tratta di vecchie stampe e quindi immagino che il problema sia legato a un problema in fase di produzione. Questa decal la ho recuperata con cinque minuti di fatica, ma sul resto proverò a risolvere con una buona passata di Liquid Decal Film.

Sono quindi arrivato alla delicata fase di monaggio degli interni nella semifusolirea destra. Prima di questo ho chiaramente montato tutti i finestrini, che si possono inserire solo dall'interno.
La parte del montaggio degli interni richiede un'infinità di prove a secco, soprattutto per la parte della cabina di pilotaggio. Infatti è necessario lavorare sugli interni, perché un po' "abbondanti" e le semifusoliere non si chiudono. Inoltre il pannello con la strumentazione frontale e la palpebra sono posizionati troppo alti e quindi non lascerebbero appoggiare il vetro nella sua sede. Dopo mezz'oretta di lima e carta vetrata ci siamo venuti incontro.

Dopo ore di prove a secco (letteralmente) per arrivare a far combaciare in modo soddisfacente le semifusoliere,compatibilmente con gli interni. La parte più ostica è rappresentata dal grande vetro che andrà a chiudere l'abitacolo, perché andava a toccare la copertura della strumentazione. Ho dovuto apportare parecchie modifiche alle plastiche per farci stare tutto (e qui non stiamo parlando di aftermarket).
Comunque alla fine l'aereo ha preso la sua forma, ma solo dopo aver appesantito la punta con un po' di piombini, per non avere sorprese dovute al baricentro un po' arretrato, a causa della posizione dei motori.
E' bello vedere finalemente la splendida linea di questo aereo (almeno per me).


Da qui in poi la produzione è andata avanti assieme al "papà" P.166 e eccoli assieme, dopo aver ricevito le mascherature alle superfici trasparenti e in attesa di scoprire quante magagne salteranno fuori con il primer.
Si nota subito la differenza di colore tra il P.166 (in resina) e il P.180 (in plastica). Non vedo l'ora di vederli finalmente entrambi con il primer.


I due velivoli sono stati "primerizzati" con MrSurfacer 1000 dato ad aerografo. Come previsto, ho dovuto ripetere la procedura diverse volte, perché ogni volta scoprivo una magagna nuova da lisciare e stuccare nuovamente. Spero di averle scoperte tutte.


Ora il dilemma è: "preshading o non preshading"?
Io sono abituato a farlo, ma in ogni foto che ho trovato, i due soggetti sono sempre puliti e non presentano alcuna evidenza di pannellature o deformazioni che giustifichino un preshading. Quindi, nonostante il rischio di incorrere nell'effetto "giocattoloso", penso di saltare questo passaggio, perché andrebbe comunque contro il realismo della riproduzione.
Alla fine ho deciso di applicare due tipi diversi di preshading ai due velivoli. Infatti, sebbene volino assieme, "Papà 166" ha caratteristiche costruttive più datate e quindi la superficie si presenza diversa dal ben più moderno P.180.
Quindi sul primo ho applicato un leggero preshading "vecchia maniera", mentre sul secondo mi sono limitato a evidenziare alcune zone per poter poi giocare un po' con le luci e le ombre in fase di verniciatura.


Dopo una prima verniciatura bianca di base, sono passato alla mascheratura. Il lavoro è stato abbastanza semplice, perché le livree sono lineari (nulla a che vedere con il mio precedente Antonov).
Per mascherare ho utilizzato tre diversi tipi di nastro, partendo dal Tamiya curvabile da 2mm (per le curve) al Tesa Precision Indoor (per flap e timone) fino al più comune ed economico nastro di carta (per proteggere le parti esterne).


Dopo un mese di "fare e disfare" sono arrivato alla conclusione delle livree dei due Piaggio. In realtà serviranno ancora un po' di ritocchi qua e là, ma comincio ad averne abbastanza. Ora ci vorrà una sessione di "lisciatura" con una carta da 6000 e poi via di lucido.


Devo dire che, ora che li vedo quasi ultimati, mi ricordo come mai a suo tempo mi ero subito innamorato di questi due soggetti così particolari.
Entrambi hanno ricevuto le decal e la prima parte di una serie di accessori autocostruiti, come antenne varie, tubi di pitot, tergicristalli, ecc. (ne mancano ancora altri).
Relativamente semplice l'applicazione delle decal al P.180, visto che le superfici sono linerari. Da fare attenzione alle grandi decal dei portelli, che, essendo trasparenti, espongono al rischio di silvering. Ma anche in questo caso il problema si risolve grazie alla lucidatura preventiva e facendo attenzione a non lasciare acqua o aria sotto alla decal, spingendo fuori il tutto con cotton fioc.
Le luci sulle estremità alari sono state fatte forando la plastica trasparente dall'interno e colorando il foro con il colore della lampadina (non proprio agevole per i ditoni, con un pezzo da 1,5mm di lunghezza)



Sono andato molto più leggero con il preshading e con il lavaggio, perché l'aereo è sempre tenuto in ottime condizioni e pulizia.
Mancano ancora alcuni dettagli, tra cui la lunga antenna di coda, le decal sulle pale delle eliche e i numerosi dispersori sulle 4 ali e sulla coda.



Ed ecco finalmente le foto dei due Piaggio imbasettati assieme.





© Michele Raus | Club Modellismo Più Trentino

Piaggio P.166 Albatross



 Dati Kit
ModelloPiaggio P.166 Albatross    
Produttore, scala
  
Cunarmodel, scala 1/72, 62 pezzi
  
 Cenni storici
Soggetto8-05
Forza, livrea2° Nucleo Aereo Guardia Costiera
Luogo e periodoCatania, 2013
Cenni storici
Il Piaggio P.166 Albatross è nato nel 1957 dalla Piaggio Aero come aereo da trasporto ed executive. Si tratta di un aereo robusto e affidabile che presenta la configurazione con ala a gabbiano da idrovolante del predecessore P.136, nonostante sia esclusivamente terrestre. Nella sua lunga carriera il velivolo ha riscosso molto successo come aereo per la sorveglianza del territorio, per la ricognizione e per il pattugliamento delle coste, aeroambulanza, addestramento e fotogrammetria. In Italia ha trovato impiego nella Guardia di Finanza, nella Guardia Costiera e fino al 2010 nell'Aeronautica Militare Italiana. Il P.166 DL3 SEM della Guardia Costiera oltre al FLIR monta un speciale radar FIAR per ricerca, scoperta, navigazione e meteorologia, montato in un vistoso radome sotto al muso. Inoltre monta apparecchiature per il monitoraggio ambientale che lo rendano un soggetto ancora più interessante per la campagna “Recon” a cui partecipa nel forum Modellismo Più.
  
 Realizzazione
ProduzioneRealizzato da scatola con autocostruzioni (cinture, accessori, vetri, decal)
ColorazioneColori acrilici ad aerografo e pennello, invecchiamento a olio
TempisticheGennaio. Ottobre 2017
Ambientazione
  

  
 Note
Ha partecipato alla campagna di Modellismo Più 2017 "Ricognitori, esploratori e Scout"
  
 Foto del soggetto originale


 W.I.P. - La costruzione del modello

Il kit di partenza è il vecchio e noto Cunarmorel Italian Kits CM7207.Il contenuto della scatola è rappresentato da due pesanti semifusoliere, che lasciano lo spazio per la personalizzazione degli interni.


La scatola contiene anche delle bustine di plastica con le due ali a gabbiano (piene) e un buon numero di pezzi che consentono di realizzare diverse versioni tra Guardia Costiera, Aeronautica Militare e Guardia di Finanza (notare i 3 musetti).

Complessivamente si tratta di un ottimo kit, con un buon livello di dettaglio e resina facilmente lavorabile, con la dovuta cautela. Certamente non è un kit di facile montaggio, se si tiene a una certa precisione, perché molti dei pezzi necessitano di essere lavorati e adattati per mezzo di moltissime prove a secco. Ma se fosse tutto facile mi sentirei meno modellista
Il pezzo posizionato in alto a sinistra in questa foto sarebbe la vetratura, accompagnata dalla forma di resina utilizzata per la termoformatura del film trasparente.

Ebbene, io mi sono impegnato tanto per cercare di capire come questo presunto vetro possa trasformarsi nei trasparenti di questo aereo, ma non ci sono proprio riuscito. Se qualcuno l'avesse utilizzato lo prego di spiegarmi dove ho sbagliato.
Comunque, non mi sono scoraggiato più di tanto e ho deciso di produrre i vetri in altro modo. Prima ho pensato a sagomare del film trasparente, ma poi ho deciso che sarebbe stato più semplice ricorrere al vetro sintetico liquido.

È abbastanza semplice. Si tratta di un liquido un po' denso e viscoso, che non va sbattuto prima dell'uso. Il modo più semplice per utilizzarlo è prendendone un po' con la punta di uno stuzzicadenti e iniziare a stenderlo sui bordi del buco. Poi, con dei movimenti rapidi si cerca di "portarselo dietro" finché si congiunge con il liquido sul lato opposto e il buco si riempie.
Se invece la dimensione del vetro è eccessiva per usare questa tecnica, bisogna utilizzare una pellicola a supporto, come vedi nella foto. Quando il vetro sintetico è asciutto basta togliere la pellicola.Chiaramente, per la parte frontale dei vetri ho dovuto realizzare prima i frame, utilizzando plastica di recupero.
Nella foto qui sotto si vedono i frame che mi serviranno per la vetratura frontale.
Purtroppo con il tempo le due semifusoliere si sono svergolate molto e questo mi sta dando parecchi grattacapi già nelle prove a secco.
Diciamo che io e questo kit dovremo "venirci incontro" per ottenere un modello guardabile.

Dopo infinite prove a secco e molti tentativi di raddizzare le semifusoliere nella parte della coda, ho deciso che era giunto finalmente il momento di incollare il tutto e iniziare finalmente a dare forma al P.166.
C'è un problemino: a forza di prove e anche a causa dei mesi di pausa, ero convinto di aver già fatto le foto agli interni e invece me ne ero dimenticato. Mi dispiace aver investito parecchio tempo nei primi mesi dell'anno per creare l'abitacolo, montare i sedili della cabina di pilotaggio e i due posteriori (peraltro ben dettagliati), creare le conture di sicurezza, coorare e invecchiare ... e ora non si vede quasi nulla.

Queste sono le semifusoliere incollate, che presentano una grande area priva di materiale, che va stuccata.

A parte l'enorme gap da riempire in fusoliera, vorrei far notare la quantità di forellini da tappare sotto tutta la superficie. Sto procedendo con molta pazienza e una grande quantità di MrSurfacer, che stendo con un pennellino e con l'aiuto di uno spillo cerco di far entrare in ogni foro.

L'Albatross una volta montato si presenta così.

Il modello ha poi ricevuto la sua buona dose di primer, in questo casil il Tamiya in bomboletta, perché volevo essere sicuro di non avere problemi di aggrappaggio sulla resina.

In seguito ho applicato il preshading, per dare il giusto movimento alle superfici.

Nelle settimane successive ho investito tutto il poco tempo a disposizione per realizzare la livrea. Il peggiore dei due è stato il P.166, perché il primer non aveva evidentemente aderito alla resina e quindi quando staccavo la mascheratura si portava via tutti gli strati di colore fino a scoprire la resina. Quindi tutto da rifare e ora sono alle prese con un'infinità di ritocchi e ritocchini che mi richiederanno ancora un po' di tempo. Ma non demordo.
Di seguito le foto dei passaggi, tra mascherature ecc..

Dopo un mese di "fare e disfare" sono arrivato alla conclusione delle livree dei due Piaggio. In realtà serviranno ancora un po' di ritocchi qua e là, ma comincio ad averne abbastanza. Ora ci vorrà una sessione di "lisciatura" con una carta da 6000 e poi via di lucido.
Non è stato per nulla facile. La linea è curva e ho dovuto utilizzare il nastro pieghevole della Tamiya, che però ha una dimensione maggiore rispetto alla larghezza della fascia bianca. Essendo gommoso è molto coprente e quindi è difficile capire se si sta tenendo la larghezza costante.
Non dico poi le imprecazioni quando ho tolto il nastro dal P166 (in resina) e mi e venuta via parte della verniciatura e del primer sottostante, lasciando uno scalino ... tutto da lisciare e rifare.

Devo dire che, ora che lo vedo quasi ultimato, mi ricordo come mai a suo tempo mi ero subito innamorato di questo soggetto così particolare.
Ora ha ricevuto le decal e la prima parte di una serie di accessori autocostruiti, come antenne varie, tubi di pitot, tergicristalli, ecc. (ne mancano ancora altri)
Venedo al dettaglio, la parte più difficile è stata l'applicazione della grafica sul muso del P.166 e sul radar FIAR nero sottostante, perché si tratta di adattare le righine finissime e lunghe alla forma del radome. Comunque, lavorando con molta acqua e facendo tanti piccoli aggiustamenti ho risolto bene i problemi di allineamento e simmetria che sempre si pongono in questi casi. Il resto delle decal sono andate bene in posizione, senza problemi di silvering, visto che prima avevo lucidato il modello.

Nonno Piaggio 166 è in corto finale. Dopo aver ricevuto un po' di dettagli e la sua dose di olii per evidenziare le pannellature e dare un po' di realismo alle superfici, ora è solo in attesa di una basetta per ambientarlo nel suo aeroporto di Catania.
I difetti sono tanti e vistosi, soprattutto quando lo guardo con gli occhiali ingranditori, ma ho deciso di farmene una ragione.

Ed ecco finalmente Nonno P.166 finito e imbasettato con il nipote P.180 e un Defender della Guardia Costiera.


© Michele Raus | Club Modellismo Più Trento